Presentazione |
L’attenzione progettuale del Comitato Nazionale, istituito
dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dedicato
ad Andrea Bregno, viene identificata nella valorizzazione storica
di una figura artistica di indubbia grandezza culturale, anche se
in parte oscurata dalla storiografia del XVII e XVIII secolo, per
una rivalutazione confermata dagli studi nazionali
dell’Ottocento e poi da quelli internazionali del XX secolo.
Se negli intenti ministeriali dei Comitati Nazionali rientra, in
primo luogo, lo scopo di celebrare importanti personalità
estratte dall’immenso panorama storico-culturale italiano,
nel momento cronologicamente focalizzato da una loro esatta
ricorrenza storica, Andrea Bregno rientra perfettamente in questa
politica culturale nazionale, sia per la specificità della
ricorrenza (1506 - 2006) sia per la possibilità di
riscoperta e diffusione, di valorizzazione appunto ed analisi di
uno degli scultori italiani più interessanti del
Rinascimento europeo.
1506 - 2006, cinquecento anni precisi, un centenario opportuno che,
in questo inizio XXI secolo, ci spinge a porre l’attenzione
proprio sulla centralità artistica e culturale della figura
di Andrea Bregno, cardine appunto di una nuova éra della
scultura italiana nella grandezza dell’arte rinascimentale
europea.
Una diffusione dell’inconfondibile stile e della fama delle
creazioni del Bregno che ha toccato molte zone geografiche
nazionali, così come del resto prevede anche il presente
progetto, dalla Lombardia e il Veneto, con la presenza delle sue
ultime opere giovanili prima dell’arrivo a Roma (ante 1464),
allo Stato Pontificio, con Roma e il Lazio in primo piano, passando
per l’Emilia Romagna dove è attestata, nella
metà del Quattrocento, la sua presenza a Ferrara nei
cantieri architettonici e scultorei paterni (Cristoforo di Antonio
Bregno), e nelle Marche, visti i rapporti con Giovanni Santi e
perciò con la corte raffinata e umanistica dei Montefeltro.
Senza omettere la diffusione dello stile del Bregno verso Napoli e
l’area campana, così come nei territori
dell’Europa d’oltralpe e, in particolare in Austria,
nel Ticinese e in Dalmazia.
In questo modo si viene a delineare una lettura non solo nazionale
ma anche, in parte, europea dello stile del Bregno, in
un’ottica analitica innovativa ormai inevitabile per quello
che riguarda gli studi storico-artistici del XXI secolo.
Bregno fu degnamente esaltato anche in morte, "Statuario
Celeberrimo Cognomento Polycleto", come trascritto sul
monumento funebre dell’artista, sito presso la chiesa di S.
Maria sopra Minerva in Roma. Ricordiamo che si tratta di una
epigrafe alquanto esplicativa, come del resto era tipico
dell’epoca, composta dallo stesso execuit del
Bregno, Bartolomeo de Bollis, canonico di S. Pietro e
rappresentante di Sisto IV nel contratto d’appalto per gli
affreschi della Cappella Sistina.
Esplicativa e precisa anche la cronologia della vita: "Vix An
LXXXV M. VD VI"; ottantacinque anni vissuti
nell’operatività scultorea, di cui più della
metà passati a Roma, fra i papati di Pio II Piccolomini (dal
1463-64) e Giulio II Della Rovere (fino al 1506), nell’attivo
tentativo di costruire un proprio, autonomo, linguaggio scultoreo
classico in versione moderna e cristiana che cercheremo di
rievocare, ed analizzare nelle sue specificità, proprio a
ricordo ed in onore di quei cinquecento anni di storia trascorsi
dalla data inserita nella predetta epigrafe
mortuaria.
Il progetto culturale e scientifico del presente Comitato Nazionale
verrà condotto su vari livelli di lettura e divulgazione,
mediante una serie di composite manifestazioni culturali dal
carattere multidisciplinare, con convegni, mostre, postazioni
culturali, pubblicazioni, concerti, letture sceniche, percorsi
turistico-culturali, ecc., in modo da toccare la storia
dell’arte così come quella della cultura, ma anche la
storia tout court, compresa quella economica. Il tutto
mediato da un accurato e scientifico studio minuzioso della
biografia bregnesca, in parallelo con l’indagine della sua
opera nei confronti di quella di altre fondamentali
personalità del periodo, allo stesso Bregno legate, dalla
scultura veneziana e padovana della prima metà del
Quattrocento a Donatello e Mantegna, per quello che riguarda la
formazione del lombardo, a Michelangelo, per ciò che
concerne l’influenza successiva, senza contare gli artisti
coevi presenti nell’area geografico-culturale pontificia e
che vanno da Mino da Fiesole, Giovanni Dalmata a Luigi Capponi.
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Materiale |
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Andrea Bregno, Monumento
funebre al Card. Giovanni Torquemada, Roma, Santa Maria Sopra
Minerva.
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Andrea Bregno, Altare delle
Catene di San Pietro (frammento), Roma, San Pietro in
Vincoli.
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Andrea Bregno, Monumento funebre
Cardinale D'Albret, Roma, Santa Maria
in Aracoeli. |
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Andrea Bregno, Antico
Altare maggiore, Roma, Santa Maria del Popolo, Sacrestia. |
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