ll termine "foiba" è una corruzione
dialettale del latino "fovea", che significa "fossa" e indica delle
cavità carsiche con ingresso a strapiombo. Il loro nome
è uscito dai dizionari di geologia per divenire tristemente
famoso quando nel 1943-1945 sono state usate dai partigiani
jugoslavi per seppellirvi gli italiani giuliano-dalmati e anche gli
sloveni oppositori dei comunisti jugoslavi. Spesso i condannati
venivano gettati vivi e legati in gruppo all'interno delle
cavità.
Gli italiani, come gruppo etnico e non
secondo responsabilità individuali, vennero ritenuti
colpevoli della politica di italianizzazione condotta dal fascismo
e dei crimini contro la popolazione civile compiuti durante la
Seconda guerra mondiale.
Non esiste una cifra ufficiale delle vittime:
lo storico Raoul Pupo indica in circa 5000 il numero degli italiani
morti, ma secondo altri studiosi il loro numero è circa il
doppio. Un episodio di pulizia etnica a lungo negato per
pregiudiziali ideologiche.
La persecuzione degli italiani, però,
durò almeno fino alla metà degli anni Cinquanta e
diede luogo anche a un vasto esodo che interessò centinaia
di migliaia di persone. L’esodo dalle loro terre di istriani,
fiumani e dalmati, quello dunque di un intero popolo. Una vicenda
colpevolmente troppo a lungo avvolta nel silenzio.
Queste terribile e tragiche vicende sono il
prodotto dei totalitarismi del Novecento con il loro portato di
violenza, di lacerazioni politiche e sociali.
Per non dimenticare nel 2004 è stato
istituito il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle
foibe e dell'esodo giuliano-dalmata che è seguito alle
epurazioni etniche.
Per mantenere vivo il ricordo di questa
tragedia, la comunità di Levico Terme pianterà un
albero.
Il Centro Studi sulla Storia
dell’Europa Orientale e il Sindaco Carlo
Stefenelli invitano a partecipare alla cerimonia,
sabato 31 maggio 2008, Giardino della Memoria
(Giardino ex-Ospedale), alle ore 11,00 presso Levico
Terme (TN).