L’Ordine dei Giornalisti – Lazio ed il presidente Guido D’Ubaldo organizzano un ciclo di incontri nelle biblioteche storiche romane - in collaborazione con la Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore del Ministero della Cultura - per presentarle e renderne noti testi e storie: luoghi di sapere accademico ma spazi talvolta insospettabili, creati dalla magnanimità di studiosi e dalla perizia di celebri architetti.
Programma
Saluti istituzionali:
Paola Passarelli - direttrice generale Biblioteche e diritto d'autore;
Umberto D’Angelo - direttore Biblioteca Angelica;
Guido D’Ubaldo - presidente ODG Lazio.
Relatori:
Paolo Conti – Corriere della Sera;
Donatella Ansovini – Tg3 Lazio;
Federico Giannini – Finestre sull’Arte;
Maria Teresa Carbone – Il Manifesto.
Intervengono:
Maria Teresa De Vito – videomaker, documentarista;
Andrea Di Consoli – autore Rai.
Modera: Lorenza Fruci – Il Mattino.
L'iscrizione
Il Frate Angelo Rocca da Camerino (…) dona la (sua) Biblioteca, ricchissima in ogni genere di arti e di scienze, (…) al Convento di S. Agostino della Città, non solo a vantaggio dei religiosi, ma anche dei chierici e dei laici.
Questa iscrizione, ancora presente all’ingresso della Biblioteca Angelica, testimonia la volontà del vescovo agostiniano Angelo Rocca (1545-1620) di rendere la conoscenza un patrimonio pubblico per l’Europa di inizio Seicento.
Prima biblioteca europea aperta al pubblico
La Biblioteca, che prende il nome dall’agostiniano Angelo Rocca, è stata la prima biblioteca europea aperta al pubblico nel 1604, per la disposizione testamentaria del suo fondatore. L’edificio è parte integrante del complesso monumentale, le cui origini risalgono alla fine del ’400, che comprende la chiesa di S. Agostino e il convento, che già dalla fine del XIII secolo ospitava i frati appartenenti all’Ordine Agostiniano. Da sempre affidata ai frati dell’Ordine, la biblioteca è stata acquisita al patrimonio del nuovo Stato unitario nel 1873: attualmente il suo patrimonio librario raggiunge la consistenza di oltre 220.000 volumi tra fondo antico e fondo moderno.
Vaso Vanvitelliano
Ma non solo, la struttura è un compendio di architettura: il suo celebre salone di lettura, il cosiddetto “vaso” Vanvitelliano, è un’opera affidata - a metà del XVIII secolo - all’estro di Luigi Vanvitelli (1700- 1773), architetto pittore scenografo ed ingegnere dalla personalità poliedrica. Si deve proprio a lui, la forma della celebre sala, un vaso che avvolge lo studioso, in un vortice del sapere; a completare l’effetto scenografico, l’alta scaffalatura lignea - opera dell’artigiano Nicola Fagioli, che circonda l’intero perimetro e dove, ancora oggi, si conservano i circa 100.000 volumi del Fondo Antico.
A partire dunque dalla tradizione antica, il corso si propone di sfidare il concetto di biblioteca social, sia nella ricerca di una comunicazione adatta al linguaggio moderno, sia promuovendo questi luoghi della cultura a favore dei nuovi visitatori, in un una ritrovata forma di conoscenza reale e virtuale. L’intervento di colleghi storici dell’arte, documentaristi e giornalisti visivi, stimolerà l’approfondimento.
Prossimi incontri
L’aggiornamento entra nei luoghi della cultura – Biblioteche, musei, aree monumentali: accanto a questa, nuove proposte amplieranno il percorso, coinvolgendo alcune biblioteche storiche di Roma. Dopo la visita alla Biblioteca nazionale centrale di Roma dove si è tenuto un omaggio al Calvino giornalista, il ciclo continua, prossimamente, nelle biblioteche Casanatense e Vallicelliana. L’attualità della professione si affianca al valore della memoria, per fornire un ulteriore originale punto di osservazione alla formazione dei colleghi, chiamati ad analizzare linguaggi, mezzi e metodi dell’informazione di settore in Italia, e fornire conoscenze, pratiche e abilità utili a sviluppare nuove competenze nel campo.