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Caro Peppino...

La Biblioteca Nazionale di Napoli ha acquisito al patrimonio dello Stato una lettera di Giacomo Leopardi, indirizzata al cugino Giuseppe Melchiorri: Napoli si conferma attenta custode della memoria del poeta di Recanati - commenta il Ministro

La Biblioteca Nazionale di Napoli acquisisce un nuovo prezioso autografo di Giacomo Leopardi, si tratta di una lettera a carattere privato, firmata, del poeta di Recanati, al cugino Giuseppe Melchiorri, figlio della sorella del padre Ferdinanda.

Il Ministero della Cultura, tramite la Direzione generale Biblioteche e diritto d'autore, ha esercitato il diritto di prelazione assicurandosi l’autografo ed impedendo che venisse venduto a privati, la lettera va ad arricchire ancor di più il prezioso fondo Leopardiano della Biblioteca Nazionale di Napoli, che custodisce in originale l’opera di Giacomo Leopardi ed oltre il 90% delle corrispondenze inviate da parenti ed amici allo stesso Leopardi. Così Napoli si conferma attenta custode della memoria del poeta di Recanati - commenta il ministro Gennaro Sangiuliano - È una gioia accresciuta dal fatto di sapere che il prezioso documento arricchirà il già vasto Fondo Leopardiano presente in questo istituto culturale - e conclude -
È nostro dovere fare in modo che questa acquisizione divenga un'occasione per far conoscere, sempre di più, la bellezza e la potenza del pensiero leopardiano.

L’autografo riveste particolare interesse documentale perchè fa parte delle missive dal tono più intimo scambiate tra Giacomo ed i suoi familiari, in particolare Carlo e Paolina, e gli amici più stretti (Brighenti, Giordani, Melchiorri), da essa traspare una scrittura meno metodica ed un tono fraterno, ma soprattutto, come anche nelle altre lettere indirizzate al cugino, la voglia di condividere dispiaceri e inquietudini, opinioni e giudizi, speranze e delusioni.

La lettera, datata Recanati 29 agosto 1823, si apre con un riferimento allo screzio tra Melchiorri e Visconti ed un commento sull’importanza dell’amicizia:

Veramente le amicizie o non si dovrebbero mai stringere, o strette che fossero non si
dovrebbero mai rompere. Sono però ben certo e bene persuaso che la colpa in ciò non sia stata vostra.”

Info:www.bnnonline.it/


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