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AVVERTENZA: I dati sottoesposti sono conservati per mera finalità storica e non corrispondono necessariamente alla situazione attuale dei singoli enti, in quanto la competenza sugli istituti culturali è stata trasferita alla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali.

Istituto Italiano di Studi Storici

Tabella: Scheda di dettaglio diIstituto Italiano di Studi Storici
Descrizione Dettaglio
Presidente Natalino Irti
Telefono (+39) 0815512390
Fax (+39) 0815517159
eMail istituto@iiss.unina.it
Indirizzo Via Benedetto Croce 12
Comune NAPOLI
Città NAPOLI
Provincia Napoli
Regione Campania
Descrizione  L'Istituto mette a concorso borse di studio per laureati italiani e stranieri; organizza corsi, seminari e conferenze; cura la pubblicazione di sei collane editoriali. Hanno frequentato l'Istituto circa 1300 borsisti, la maggior parte dei quali studiosi insigni e a loro volta maestri di intere generazioni nelle Università italiane e straniere.
Storia   L'Istituto italiano per gli studi storici è stato fondato nel 1946 da Benedetto Croce. Con decreto del Capo provvisorio dello Stato del 9.1.1947 n° 46, venne eretto in Ente morale e ne fu approvato lo statuto redatto dallo stesso Croce (poi modificato con D.P.R. n° 1517 del 16.2.1954; e successivamente con D.M. del 22.3.1991).Con la creazione dell'Istituto italiano per gli studi storici, Benedetto Croce realizzò un proposito che egli aveva concepito fin dagli anni successivi alla prima guerra mondiale. L'idea di fondare "un istituto di preparazione ed esercitazione alla storia propriamente detta, alla quale le università offrono bensì la necessaria e indispensabile disciplina filologica, ma pel resto solo sparse e accidentali e superficiali cognizioni"; di creare una libera scuola che si ispirasse al principio, di vichiana memoria, della congiunzione di filologia e filosofia nella concretezza e unità della storia, risale a quel periodo e si colloca in un momento particolare della biografia intellettuale di Croce.L'avvento del "regime oppressivo che impediva o pretendeva di asservire a sé ogni associazione di carattere scientifico ed educativo" impedì di realizzare quel progetto, che Benedetto Croce ha potuto riprendere solo quando, con la fine della guerra e la caduta del fascismo, si crearono le condizioni per la sua realizzazione. All'ispirazione originaria si aggiunse allora un'altra motivazione: di contribuire, con la fondazione dell'Istituto Italiano per gli studi storici - come si legge nello Statuto che fu redatto dallo stesso Croce: "alla formazione e all'accrescimento della classe intelligente e dirigente del nostro paese". In tal senso l'Istituto Italiano per gli Studi Storici, che - come Croce affermò nel suo discorso per l'inaugurazione del 1947 - "nasce in Napoli ma si protende verso l'Italia e verso tutta la cultura europea, della quale noi siamo figli", diede il suo autorevole e determinante contributo alla ricostruzione morale, civile e culturale dell'Italia.I primi passi per la fondazione dell'Istituto italiano per gli Studi Storici risalgono al periodo fra l'estate del 1944 e i primi mesi del '45: nel riprendere l'antico progetto, per dare ad esso una forma concreta e un solido avviamento, Croce fu allora incoraggiato e sostenuto da Raffaele Mattioli, l'illustre banchiere, uomo di studi e mecenate degli studi, "senza la cui comprensione e senso pratico, la creazione dell'Istituto di Studii Storici non sarebbe stata in nessun modo possibile". L'impegno e la volontà di Mattioli furono determinanti nel porre le fondamenta di quello che Croce concepì come "un corollario istituzionale dei suoi lunghi e vari studii sulla storia", e nell'assicurare ad esso le condizioni per il suo sviluppo.Croce destinò a sede dell'Istituto un appartamento di sua proprietà, accanto alla sua abitazione e biblioteca, nel Palazzo Filomarino: "un antico palazzo napoletano - come egli ricorda nella Premessa allo Statuto redatta nel febbraio 1946- le cui scale Giambattista Vico soleva ascendere per recarsi a esercitare il suo mestiere d'insegnante in una casa principesca, dove altresì, in un'accolta di gentiluomini e di letterati, mentre elaborava la prima trattazione sistematica della Scienza Nuova, anticipò le sue discoverte". "Questa medesimezza di luogo - prosegue ancora Croce - e questi ricordi sono di fausto auspicio che innalza il nostro animo nel sentimento della prosecuzione di un compito sacro a noi trasmesso come per domestico retaggio". Raccogliendo e facendo propria questa eredità, l'Istituto avrebbe svolto nel campo degli studi storici, un'opera che Croce riteneva necessaria e urgente oltre che "più difficile e troppo in passato negletta": promuovere e sviluppare l'intrinseco legame di filologia e filosofia nella concretezza e unità della storia. Così la sentenza vichiana, Philosophia et Philologia geminae ortae, che Croce aveva fatto apporre nella tela di una delle sale della sua biblioteca, come "simbolo e motto", divenne il concetto che ha dato origine all'Istituto, il cui scopo - secondo il suo Statuto - fu di "ripigliare la tradizione vichiana sviluppata e integrata con gli studi compiuti da Benedetto Croce in armonia con le esigenze e i progressi del pensiero moderno".L'atto costitutivo dell'Istituto fu stipulato il 21 luglio 1946 per iniziativa di cinque enti bancari: la Banca d'Italia, il Banco di Napoli, la Banca Commerciale Italiana, il Credito Italiano e il Banco di Roma. Un ruolo fondamentale fra gli enti che hanno dato vita all'Istituto fu svolto dalla Banca Commerciale Italiana che, con l'erogazione di contributi straordinari, è venuta sempre incontro alle molteplici e crescenti esigenze legate allo sviluppo dell'istituzione napoletana e ne ha garantito la stabilità anche nei momenti più critici della sua storia. Alla presenza vigile e attenta del prestigioso istituto di credito nella vita economica e pratica dell'Istituto, hanno contribuito in modo determinante la sollecitudine e l'impegno di Raffaele Mattioli che ne era amministratore delegato e, dal 1962, presidente. Inoltre all'iniziativa e all'autorevolezza di Raffaele Mattioli e di un altro fedelissimo amico di Croce, Alessandro Casati, si deve il coinvolgimento in determinati settori delle attività dell'Istituto, di un numero considerevole di enti, società e privati, in Italia e all'estero. Lo slancio che, una volta costituito, l'Istituto ebbe nell'attuazione dei suoi fini e dei suoi programmi, affermandosi immediatamente come punto di riferimento obbligato nel campo degli studi storici, fu reso possibile grazie al vasto consenso e all'adesione che incontrò da parte di privati come di enti pubblici.I principii ai quali l'Istituto si ispirava e il suo programma furono esposti nello Statuto, la cui Premessa fu scritta da Croce nel febbraio 1946. Considerando che "nelle facoltà universitarie la preparazione all'opera dello storico si compie in relazione quasi esclusiva con la filologia", il compito dell'Istituto doveva essere di risanare "codesta unilateralità e deficienza di preparazione", dalle quali "vengono fuori filologi ed eruditi, diligenti ricercatori e indagatori di documenti e costruttori di dotte cronache", che non hanno la capacità, né gli strumenti, per "interpretare e giudicare pensieri, azioni e avvenimenti". Quella "utile opera, precipuamente filologica" venne "adottata e difesa come strumento indispensabile al lavoro", per volgersi all'altra in cui si riassumevano le finalità e i programmi dell'Istituto, così come Croce li espose nel febbraio 1946: l'approfondimento della storia nel suo "rapporto sostanziale con le scienze filosofiche, della logica, dell'etica, del diritto, dell'utile, della politica, dell'arte, della religione, le quali sole definiscono e dimostrano quegli umani ideali e fini e valori, dei quali lo storico è chiamato a intendere e narrare la storia". Le vie che si sarebbero seguite erano indicate dal fine stesso che l'Istituto si proponeva; le forme e le modalità attraverso le quali avrebbe realizzato quel programma tracciato da Croce, sarebbero state ogni volta determinate e precisate dal Consiglio direttivo e dal Direttore: lezioni, esercitazioni e conferenze, indagini e ricerche in archivi pubblici e privati, pubblicazioni di atti e documenti, di studi e monografie, borse di studio e premi di ricerca. In questi diversi settori si è sviluppata l'attività dell'Istituto nel corso degli anni, costituendo quel patrimonio di studi, di insegnamenti e di opere che hanno caratterizzato in modi diversi la vita e la storia di questa istituzione, dalla sua fondazione ad oggi.Nell'atto costitutivo e ai sensi dello Statuto, Benedetto Croce fu nominato Presidente a vita dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici. Del Consiglio direttivo negli anni della presidenza di Benedetto Croce (1946 - 1952), hanno fatto parte personalità autorevoli come Alessandro Casati e Luigi Einaudi; rappresentanti del mondo accademico come Luigi Russo, direttore della Scuola Normale di Pisa ed Ernesto Pontieri, presidente della Società Napoletana di Storia patria; e poi Alda Croce, Arnaldo Momigliano, Dante Petaccia, Raffaele Mattioli e Donato Menichella.Primo Direttore dell'Istituto, nominato in occasione della solenne inaugurazione del 16 febbraio 1947, fu Federico Chabod: uno dei più valenti e illustri storici della giovane generazione. Chabod ha diretto l'Istituto fino al 1960, anno della sua morte: all'impronta, allo spirito, al carattere e alle linee di svolgimento che gli furono dati dal suo primo direttore, l'Istituto Italiano per gli Studi Storici è rimasto sempre fedele, nel corso dei suoi sessant'anni di attività. Nel ricordo e nelle testimonianze di coloro che frequentarono, come allievi, l'Istituto, negli anni della sua direzione, quel periodo affiora come un'aura aetas, una stagione felice che ha dato la sua indiscutibile impronta al corso degli studi storici in Italia nel secondo dopoguerra.Federico Chabod concepì l'Istituto come "una scuola di perfezionamento di speciale carattere e tipo", "che ospiterà sempre una cerchia ristretta di giovani, soltanto coloro che non vanno in caccia di diplomi formali, ma vogliono studiare, studiare e arricchire culturalmente sé stessi". Lo scopo principale era quello di "completare e affinare la preparazione metodologica dei giovani mediante le lezioni, promuovendo nel tempo stesso le ricerche scientifiche dei giovani stessi, in cui quell'affinamento e completamento di pensiero storico abbia modo di esprimersi concretamente". Richiamandosi ai principii esposti da Croce nella Premessa allo Statuto, l'oggetto delle lezioni - scrive Chabod- doveva essere: "la metodologia storica, la storia della storiografia, la storia antica, medievale e moderna, la storia della filosofia, della letteratura e dell'arte". La durata dei corsi era, ed è tuttora, da novembre a maggio. La struttura dei corsi, così come Chabod la concepì, con un'alternanza fra corsi regolari, del Direttore e dei Professori dell'Istituto, e cicli più brevi di lezioni o conferenze "di carattere straordinario", tenuti periodicamente da illustri studiosi italiani e stranieri, si è conservata intatta fino ad oggi.Fin dal 1947, i numerosi allievi e uditori che da Napoli, dall'Italia e dall'estero furono ammessi a frequentare l'Istituto, poterono ascoltare l'alto magistero di Benedetto Croce nelle lezioni, conversazioni e conferenze, che egli tenne in quegli anni, su verità e storia, su poesia e verità, letteratura e civiltà, universalità e individualità nella storia, sulla parità degli uomini nella libertà: lezioni poi raccolte nel volume Storiografia e idealità morale. Così come "memorabili per coloro che ebbero occasione di ascoltarli" furono i corsi tenuti da Federico Chabod sui grandi temi del dibattito storiografico del secolo XX: il tramonto del mondo antico e gli inizi del medioevo nella storiografia europea, riforma e controriforma nella storiografia contemporanea, la storiografia sulla rivoluzione francese, il rinascimento italiano, la politica estera dello stato italiano, l'idea di Europa e l'idea di nazione.Cicli di lezioni e singole conferenze furono tenute negli anni cinquanta e sessanta, da insigni studiosi e maestri: Riccardo Bacchelli, Paola Barocchi, Lienhard Bergel, Isa Biezunska- Malowist, Giampiero Bognetti, Fernand Braudel, Augusto Campana, Delio Cantimori, Vincenzo Cilento, Nino Cortese, Vittorio De Caprariis, Renzo De Felice, George Duby, Michel Francois, Mario Fubini, Achille Geremicca, J.J. Hatt, Dom Jean Leclerc, Michel Lejeune, Henry Lepeyre, Walter Maturi, Fausto Nicolini, Roberto Pane, Gabriele Pepe, Alessandro Perosa, Ernesto Pontieri, Giovanni Pugliese Carratelli, Yves Renouard, Rosario Romeo, Ernesto Sestan, Wladislaw Tatarkiewicz, Adam Wandruska.Fin dall'anno 1947/48 fu possibile ottenere fondi per l'istituzione di borse di studio che avrebbero consentito all'Istituto di essere aperto ai giovani di ogni parte d'Italia, oltre che di Napoli. Successivamente, grazie ai contributi di nuovi enti e di privati (fra cui: l'Ateneo di Brescia, la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, la Confindustria, la Deputazione Provinciale di Bari, la Società Edison, la Società di Elettricità, il Banco di Sicilia, l'Istituto Mobiliare Italiano, l'Associazione Industriale Lombarda, la Società Esercizi Telefonici, l'Istituto S. Paolo di Torino, gli "Amici Torinesi di Benedetto Croce", la Società Editrice Torinese, il Rotary Club di Reggio Calabria, il Banco di Napoli) il numero delle borse e dei premi aumentò, e fu possibile anche istituire borse per studenti stranieri, alle quali Chabod attribuì una particolare importanza e si impegnò direttamente per ottenere dai governi di paesi europei ed extra-europei, i finanziamenti necessari alla loro istituzione. Le borse per studenti stranieri furono finanziate dall'IRCE (Istituto Nazionale per le Relazioni Culturali con l'Estero) e nell'ambito del programma di scambi culturali previsto dalla legge Fulbright, oltre che da Istituti bancari quali: la Banque Française et Italienne pour l'Amerique du Sud, poi Banque Sudameris, l'Union des Banques Suisses e la Banca della Svizzera Italiana. Per Chabod, l'Istituto, offrendo agli stranieri la possibilità di frequentare i suoi corsi e di condurvi le proprie ricerche, avrebbe affermato il suo carattere di "centro di studi storici non solo nazionale, ma internazionale": una vocazione, questa, che gli stava molto a cuore, e che corrispondeva al suo sforzo di allargare le frontiere della ricerca storica in Italia, sia sul piano dell'oggetto degli studi, sia su quello dei contatti e degli scambi con la comunità scientifica internazionale. I risultati dell'impegno di Chabod furono immediati: da allora ad oggi si sono succeduti annualmente, come borsisti, numerosi stranieri, provenienti da diversi paesi: il Canada, la Francia, la Germania, il Giappone, la Grecia, l'India, l'Inghilterra, la Jugoslavia, l'Olanda, la Polonia, la Romania, la Spagna, gli Stati Uniti, la Svezia, la Svizzera, l'Ungheria, l'Unione Sovietica. E infine, in questa prospettiva di apertura internazionale dell'Istituto, va considerato il sostegno finanziario (dal 1949 al 1960) della Fondazione Rockefeller, per i numerosi progetti legati allo sviluppo dell'istituzione napoletana, che ha contribuito a quel "salto qualitativo" grazie al quale l'Istituto Italiano per gli Studi Storici ha acquisito un ruolo di primo piano nel campo degli studi storici, in Italia e all'estero.Dalla sua fondazione ad oggi, hanno frequentato l'Istituto circa 1300 borsisti, fra i quali studiosi insigni, che sono divenuti a loro volta maestri di intere generazioni nelle Università italiane e straniere, e personalità di rilievo della vita politica, civile, economica e culturale dell'Italia repubblicana. Ricordiamo fra tutti:Roberto Abbondanza, Raffaele Ajello, Tarcisio Amato, Gianmario Anselmi, Angelo Ara, Gaetano Arfè, Bernardina Aristodemi, Girolamo Arnaldi, Graziano Arrighetti, Franca Assante, Francesco Barbagallo, Ottavio Bariè, Giuseppe Barone, Francesco Benvenuti, Marino Berengo, Sergio Bertelli, Silvia Berti, Franco Bolgiani, Sandro Bonella, Silvano Borsari, Benedetto Bravo, Luisa Breglia, Antonino Bruno, Adriana Buffardi, Giovanni Busino, Giuseppe Cacciatore, Salvatore Cafiero, Gaetano Calabrò, Giovanna Calabrò, Michele Cammarosano, Francesco Compagna, Antonio Casali, Filippo Cassola, Alberto Cavaglion, Innocenzo Cervelli, Giovanni Cervigni, Renè Cheseaux, Patrick Chorley, Raffaele Colapietra, Luigi Compagna, Ivo Comparato, Gustavo Costa, Giuliano Crifò, Jean Michel Croisille, John Davis, John H. Davis, Vittorio De Caprariis, Renzo De Felice, Pia Margherita De Fidio, Carlo Barone De Frede, Biagio De Giovanni, Gèrard Delille, Felicita De Negri, Luigi De Rosa, Cesare De Seta, Emma Del Basso, Alberto Del Monte, Mario Del Treppo, Charles F. Delzer, Paolo Desideri, Guido D'Agostino, Lucio D'Alessandro, Guido Di Meo, Mario Di Pinto, Maria Donzelli, Alain Dufour, Michele Fatica, Giovanni Ferrara, Raffaello Franchini, Antonio Francioni, Paolo Frascani, Riccardo Fubini, Mario Fusco, Emilio Gabba, Francesco Gaeta, Giuseppe Galasso, Jean- Michel Gardair, Sebastiano Gentile, Francesco Giancotti, Pompeo Giannantonio, Giuseppe Giarrizzo, Marcello Gigante, Renato Giordano, Helmut Goetz, Bruno Gravagnuolo, Renato Grispo, Alberto Grohmann, Luciano Guerci, Hanno Helbling, Giorgio Inglese, Margherita Isnardi, Giorgio Jossa, Jutta Kern, Hans Klees, Jerzy Kolendo, Francesco Lazzari, Ettore Lepore, Alfonso Leone, Claude Livadie, Elio Lo Cascio, Giancarlo Lunati, Paolo Macrì, Jan Malarczyk, Giacomo Manganaro, Luisa Mangoni, Lino Marini, Nunzia Marrone, Luigi Mascilli Migliorini, Nicola Matteucci, Emilio Mattioli, Mario Mazza, Aldo Mazzacane, Alfonso Mele, Pietro Melograni, Silvana Menchi, Nicolao Merker, James Moce ri, Francesco Natale, Enrico Nuzzo, Mario Nuzzo, Maria Grazia Pagliano, Antonio Palermo, Giuseppe Pansini, Alberto Pasquinelli, Luigi Pedrazzi, Rémy Pithon, Giovanni Pirelli, Carlo Poni, Jean Alain Pons, Giovanna Procacci, Giuliano Procacci, Roberto Racinaro, Anna Maria Rao, Clifford Rich, Giuseppe Ricuperati, Raffaele Romanelli, Ruggiero Romano, Rosario Romeo, Gabriella Rossetti, Pietro Rossi, Luigi Rostagni, Antonio Rotondò, Lelia Ruggini, Max Saladini, Fulvio Salimbeni, Ake Sällström, Massimo Salvadori, Mario Sanfilippo, Antonio Santucci, Gennaro Sasso, Alfonso Scirocco, Renato Solmi, Vincenzo Sozzani, Moncilo Spremic, Attilio Stazio, Alfredina Storchi, Silvio Suppa, Viva Tedesco, Fulvio Tessitore, Giacomo Todeschini, Giampaolo Tognetti, Margarete Trost, Mario Turchetti, Boris Ulianich, Paolo Ungari, Angelo Ventura, Guido Verucci, Brunello Vigezzi, Antonio Villani, Pasquale Villani, Lucio Villari, Cinzio Violante, Mauro Visentin, Vincenzo Vitello, Giovanni Vitolo, Roberto Vivarelli, Manfred Welti, Jan Wladyslaw Wos, Krzyztof Zaboklicki, Giuseppe Zarone, Valdo Zilli.Un elenco completo dei borsisti dal 1947 al 1995 si trova nel volume: L'istituto italiano per gli studi storici nei suoi primi cinquant'anni. 1946 - 1996, Napoli 1996, pp. 295-312. Un archivio aggiornato che fornisce: dati anagrafici; anno accademico; materia di studio; professione attuale; eventuali pagine web loro dedicate, loro opere possedute dalla biblioteca, libri recentemente pubblicati, ecc. è in corso di allestimento e sarà presto consultabile sulle pagine del sito.Nel 1950 furono pubblicati dalla casa editrice Laterza i primi tre volumi della collana dell'Istituto: di Lino Marini; Francesco Guicciardini di Vittorio De Caprariis e Il Risorgimento in Sicilia di Rosario Romeo. Era questo, per Chabod, "l'altro capo, il punto di arrivo" dell'attività dell'Istituto, il segno tangibile, in cui si raccoglieva e si faceva conoscere al largo pubblico degli studiosi il frutto del lavoro svolto dai borsisti e dai loro professori. Da allora sono usciti, per la collana delle monografie, 60 volumi, alcuni dei quali sono ormai dei classici della storiografia contemporanea (l'elenco completo dei titoli della collana si trova in : Istituto italiano per gli studi storici, Catalogo delle pubblicazioni, Napoli 2002 e sulle pagine del sito). Dalla direzione di Chabod sono venute alla luce le "opere prime" della generazione dei più illustri storici italiani del secondo dopoguerra: ricordiamo Cinzio Violante Ottavio Barié, Ettore Lepore, Giuseppe Giarrizzo, Franco Gaeta, Nicola Matteucci, Gennaro Sasso, Hanno Helbling, Sergio Bertelli, Emilio Cristiani, Silvano Borsari, Guido Verucci, Valdo Zilli, Giovanni Ferrara, Patrick Chorley, Roberto Vivarelli. Di quella particolare fisionomia dell'Istituto, e soprattutto dei molteplici e vari interessi e oggetti di ricerca che in esso sono stati coltivati e sviluppati, le pubblicazioni vogliono essere e sono un documento e uno specchio fedele.A Benedetto Croce è succeduto come Presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici, Raffele Mattioli (1953-1973). In questi anni sono stati nominati membri del Consiglio Direttivo: Fausto Nicolini, Tammaro De Marinis, Riccardo Bacchelli, Ernesto Sestan.Dal 1960 al 1986 Direttore scientifico dell'Istituto è stato Giovanni Pugliese Caratelli che "sin dalla fondazione era stato chiamato da Benedetto Croce alla cattedra di storia antica dell'Istituto". Egli si preoccupò innanzitutto di colmare il vuoto che la perdita di Chabod aveva lasciato nell'insegnamento e negli studi di storia medievale e moderna, chiamando a collaborare con corsi e seminari "insigni studiosi che erano legati a Chabod da lunga e salda amicizia e comunanza di studi": Delio Cantimori, Ernesto Sestan, Mario Fubini, Riccardo Bacchelli, Vittorio De Caprariis. Lungo tutti gli anni sessanta, sono stati ospiti dell'Istituto, per seminari o singole conferenze: Paola Barocchi, Lienhard Bergel, Sergio Bertelli, Isa Biezunska Malowist, Ettore Bonora, Fernand Braudel, Vincenzo Cilento, Emilio Cristiani, Renzo De Felice, George Duby, Raffaello Franchini, Michel François, Mario Fubini, Giuseppe Galasso, J. J. Hatt, Dom Jean Leclerc, Michel Lejeune, Claudio Napoleoni, Alessandro Perosa, Vittorio Sàntoli, Wladislaw Tatarkiewicz, Adam Wandruska, Brunello Vigezzi.Nella ricorrenza del centenario della nascita di Croce (1866- 1966) l'Istituto volle celebrare in modo durevole quella data, con alcune pubblicazioni di grande rilevanza scientifica e documentaria: la Bibliografia dell'opera di Benedetto Croce, che l'Istituto ha pubblicato nel 1964 e l'edizione dell'Epistolario di Benedetto Croce.Strumento prezioso per gli studi su Croce, la Bibliografia dell'opera di Benedetto Croce, a cura di Silvano Borsari, comprende gli anni dal 1882 al 1962 ed è ormai esaurita (pp. 620 con 4.659 voci). E' in preparazione una nuova edizione in due volumi: il primo consisterà in una ristampa, con un'accurata revisione, dell'edizione del 1964; il secondo in un aggiornamento relativo agli scritti ed altri materiali crociani (lettere, carteggi, ecc.) pubblicati in Italia e all'estero dal 1964 al 2003. La Bibliografia potrà essere consultata anche in versione elettronica sul sito web dell'Istituto.In collaborazione con la Fondazione "Biblioteca Benedetto Croce", l'Istituto ha promosso l'edizione dell'Epistolario di Croce. Il primo volume è stato pubblicato nel 1967 (Epistolario, I. Scelta di lettere curata dall'autore). Si tratta di una scelta di lettere degli anni 1914-1935, che è stata fatta dallo stesso Croce, il quale le aveva raccolte "come testimonianza della sua vita durante quel ventennio".Accanto alla collana delle monografie è iniziata nel 1968 la pubblicazione degli «Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici». Raccogliendo i contributi dei borsisti antichi e nuovi, nella forma di saggi critici, ricerche erudite, edizioni di documenti, e in un ambito tematico che va dalla storia antica a quella contemporanea, dalla filosofia alla filologia, alla letteratura e alla storia dell'arte, gli «Annali» rappresentano una cronaca sui generis degli studi e delle ricerche che, nel corso degli anni, sono stati condotti presso l'Istituto. Essi rispondono a quel principio di dialogo e confronto fra diverse discipline che, in modo aperto e scevro da intolleranze e preclusioni ideologiche, ha animato l'Istituto dalla sua fondazione. Nel periodo della direzione di Giovanni Pugliese Caratelli, ne sono stati pubblicati sei volumi.A Raffaele Mattioli succedette, come Presidente dell'Istituto, dal 1973 al 1986, il figlio Maurizio Mattioli. Sono stati nominati membri del Consiglio Direttivo, fra il 1973 e il 1986: Giovanni Pugliese Caratelli, Paolo Baffi, Giovanni Spadolini e Francesco Cingano.Dalla seconda metà degli anni settanta, fino all'inizio degli anni ottanta, hanno tenuto i corsi settimanali: oltre a Giovanni Pugliese Caratelli, per la storia antica; Gennaro Sasso, per la filosofia; Mario Del Treppo, per la storia medievale e Francesco Gaeta, per la storia moderna e contemporanea. Inoltre, sono stati ospiti dell'Istituto italiano per gli studi storici per cicli di lezioni o conferenze: Ovidio Capitani, Paul Dibon, Georges Duby, Vera Von Falkenhausen, Giuseppe Galasso, Jacques Le Goff, Karl Egon Lönne, Raoul Manselli, Benedetto Nicolini, Pietro Piovani, Albert Soboul, Giovanni Tabacco, Nicolas Tertulian, Piero Treves, Franco Venturi. 
Patrimonio documentale e altro   La Biblioteca dell'Istituto Italiano per gli Studi StoriciLa Biblioteca dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici (dichiarata di eccezionale interesse ai sensi della Legge 1.6.1939 n. 1089, con decreto del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali del 30.5.1997) conta attualmente 120.000 volumi, con 400 periodici correnti e un accrescimento annuo di circa 2000 volumi. La Biblioteca dell'Istituto nacque a integrazione e continuazione della Biblioteca di Benedetto Croce, allocata nello stesso palazzo ed eretta nel 1956 in Fondazione, affinché gli allievi avessero a disposizione i testi necessari alle loro ricerche e sale di lettura attrezzate per la consultazione di opere generali.Fin dalla fondazione dell'Istituto, Benedetto Croce e Federico Chabod impostarono la crescita delle raccolte secondo le caratteristiche tipiche di una biblioteca di ricerca, una biblioteca cioè che aggiorni continuamente il suo materiale, e che si accresca secondo indirizzi precisi; con lo scopo principale di favorire le ricerche dei borsisti e degli ex borsisti, ricerche che partono da interessi maturati negli studiosi, ma spesso nascono anche, e comunque prendono forma, attraverso le attività seminariali, e si concludono con la pubblicazione negli "Annali dell'Istituto italiano per gli studi storici" o nelle altre collane editoriali dell'Istituto. Ma la Biblioteca ha finito con lo svolgere anche una importante funzione di sostegno e di supplenza alle biblioteche universitarie e alle altre biblioteche meridionali, ammettendo il pubblico esterno, composto per lo più di studenti, dottorandi e docenti degli istituti universitari napoletani. La media annua in base ai dati rilevati nel 2003 - 2004 è di 2.600 utenti.Gli indirizzi di accrescimento della Biblioteca riguardano genericamente l'intera gamma delle discipline umanistiche, con una "storica" e lodevole attenzione a evitare repliche di fondi e collezioni presenti in altre biblioteche napoletane; una particolare cura fu posta nell'acquisizione dei periodici, scegliendo testate assenti a Napoli, talvolta addirittura in tutta Italia, dando molto spazio ai periodici stranieri, senza trascurare tuttavia le principali riviste italiane, costituendo un fondo di eccezionale valore per l'epoca in cui fu iniziato, e che, via via accresciuto, conserva tuttora una grande importanza.I primi acquisti, sostenuti in buona parte da un finanziamento straordinario della Fondazione Rockefeller, si orientarono per lo più verso quei testi della storiografia europea e americana che durante il fascismo, e ancor più negli anni della guerra, avevano circolato poco e male in Italia: le fonti e gli studi di storia italiana ed europea tardomedievale e moderna, di storia della riforma e della controriforma, di storia della rivoluzione francese (in questa sezione è da segnalare l'acquisto, eseguito direttamente da Chabod, di un gruppo di alcune centinaia di preziosissimi opuscoli e documenti delle prime attività rivoluzionarie in Francia), di storia della storiografia.Una lettura in controluce delle acquisizioni della Biblioteca rivela gli interessi degli allievi e dei docenti, e i materiali da essi usati per la composizione di saggi e monografie, e testimonia degli argomenti su cui si intessevano, durante e dopo le lezioni, discussioni e polemiche. Così, come dietro alle acquisizioni dei primi anni si riconoscono gli interessi e le ricerche dello stesso Croce, di Chabod, di De Caprariis, di Romeo, e di molti altri, allo stesso modo si può leggere dietro alle acquisizioni degli anni successivi. Esse si estesero alla storia, alla letteratura e alla filosofia antica, alla storia altomedievale, con particolare riguardo al mondo mediterraneo, ebraico e bizantino, alla filosofia e alla letteratura moderna e contemporanea; dietro le quali tematiche si intravedono le figure dei direttori Pugliese Carratelli e Sasso, e dei docenti dell'Istituto.Oltre che dagli acquisti, un'altra importante fonte da cui provengono i libri e i periodici della Biblioteca è costituita dagli scambi di pubblicazioni. Furono anche qui Croce e Chabod a intuire l'importanza di un rapporto di scambio tra istituzioni analoghe e a prendere i primi contatti (oggi ancora attivi), attraverso Luigi Russo con la Scuola Normale Superiore di Pisa, e attraverso Frances Yates col Warburg Institut di Londra. Anche in questo campo si è voluto fin dall'inizio attribuire un particolare valore allo scambio con istituzioni straniere: pertanto, accanto alle principali università, biblioteche, accademie, società di storia patria e istituzioni culturali italiane, laiche e religiose, compaiono tra i partners dell'Istituto, tra gli altri, la Biblioteca Apostolica Vaticana, la Library of Congress di Washington, le Biblioteche Nazionali di Mosca, Madrid e Rio de Janeiro, la Staatsbibliothek di Monaco, la John Rylands Library di Manchester, il Leo Baeck Institut di Londra, la Societè d'histoire et d'archeologie di Ginevra, la Fondazione Gulbenkian di Lisbona, la Fondazione Villa i Tatti di Firenze, il Centre Jean Bérard di Napoli, l'Ecole Française di Roma, e, sempre a Roma, il Deutsches Historisches Institut, l'American Academy, l'Accademia di Danimarca, l'Instituto de Historia y Arqueologia, l'Istituto Svedese di Studi Classici, e le università di Losanna, Lancaster, Budapest, Cracovia, Salamanca, Valladolid, Kioto, Berkeley.Un discorso a parte va fatto per le donazioni di fondi librari da parte di enti, istituzioni e privati, rispetto alle quali si è sempre guardato come a primari fattori di accrescimento, da integrare entro una comune "politica di acquisizioni". Il primo fondo librario della Biblioteca venne dalla famiglia Omodeo, la quale donò i libri di storia del cristianesimo appartenuti allo studioso. Dopo quella degli eredi di Omodeo, molte altre donazioni hanno accresciuto il patrimonio della biblioteca. Tra le istituzioni occorre ricordare: la Camera dei Deputati, il Senato della Repubblica, l'USIS, la Deutsche Forschung Gemeinschaft (che, grazie all'interessamento dell'allora console tedesco a Napoli, Hollbach, ha donato numerose serie complete dei Monumenta Germaniae Historica, la Realencyclopaedie di Pauly-Wissowa, e gli Handbuch der Altertumswissenschaft, questi ultimi con un abbonamento in continuazione). Tra i privati: Giulio Caprin, Maurizio Mattioli, Raffaele Mattioli (che ha donato le bozze di stampa della prima edizione della Storia d'Italia di Croce) e Giorgio Levi della Vida, al quale si deve il dono della prima edizione dei Romanzi di Gianbattista Pigna con le postille manoscritte di Orazio Ariosto. Un cenno a sé merita la biblioteca di Federico Chabod ricca di più di 5000 volumi. L'Istituto, a cui fu donata dalla vedova nel 1960, provvide a ordinarla in un fondo a sé stante, allocandolo in uno dei più bei saloni di Palazzo Filomarino. Il fondo rispecchia il duplice interesse dello studioso: da un lato la storia umanistica e rinascimentale, dall'altro quella contemporanea, con un predominio dell'ottica politica e della storia del pensiero e delle idee.Negli anni più recenti si è verificato un notevole incremento nelle donazioni da parte di studiosi legati all'Istituto da un particolare vincolo di tradizione e d'affetto, che hanno visto in esso la sede degna di accogliere i loro libri e i loro archivi al fine di renderli accessibili alla consultazione del largo pubblico degli studiosi. Si è trattato quasi sempre di donazioni che si integravano con gli indirizzi di accrescimento della Biblioteca. Quando ciò non è avvenuto, è stata cura dei bibliotecari fare sì che il patrimonio costituito da queste donazioni venisse conservato nel migliore dei modi, ma anche che esso costituisse un nuovo punto di partenza per l'espansione della biblioteca in campi nuovi.Da Benedetto Nicolini è venuta nel 1985 la più importante di queste donazioni: la sua biblioteca, infatti, riordinata nel 1991 e allocata con i suoi scaffali settecenteschi in tre saloni al terzo piano di Palazzo Filomarino, consta di circa 40.000 voll., con il loro catalogo. I volumi sono stati in massima parte raccolti da lui stesso, nel corso delle sue ricerche, e allo stesso tempo sono il frutto delle sue scelte di espertissimo bibliofilo. Inoltre si trovano in questo fondo le raccolte crociana (contenente molti manoscritti) e vichiana della biblioteca di Fausto Nicolini, nonché le opere scritte e curate dall'insigne erudito, con numerose prime stesure manoscritte, inediti, edizioni postillate. Il fondo "Benedetto Nicolini" ha come nucleo centrale la storia della riforma e della controriforma, con naturali propaggini nella storia generale del cristianesimo e in quella politica e letteraria dell'Europa nei secoli dal XV al XVII. Lo impreziosisce un'importante sezione antica, ricca di più di 700 cinquecentine e di numerose rare edizioni del '600, del '700 e dell'800 e del '900. In questa raccolta di eccezionale valore vanno menzionati gli scritti dei riformatori europei (Lutero, Calvino, Ochino e altri) e di autori come Vittoria Colonna, Galileo Galilei, Erasmo da Rotterdam, Teofilo Folengo, Torquato Tasso, Paolo Sarpi, Girolamo Savonarola, Pietro Giannone, Alessandro Manzoni, i quali ebbero relazioni, in un modo o in un altro, con i temi del protestantesimo.La biblioteca di Ettore Guerriero, donata nel 1989 alla Fondazione "Biblioteca Benedetto Croce", è stata depositata presso l'Istituto, che nel 1991 ha provveduto a riordinarla e catalogarla. Costituisce ora un fondo a sé stante di circa 4000 volumi, riguardanti per lo più la letteratura latina e italiana. Vi si segnalano tra l'altro alcune belle edizioni del '700 e dell'800 di classici latini, l'opera completa di Croce, l'intera collezione della "'Critica"' e dei "Quaderni della Critica", l'opera completa di Francesco Torraca, con le sue lezioni universitarie inedite. Nel 1993 sono stati donati alla biblioteca dagli eredi di Guido Calogero, i circa 5000 opuscoli della sua biblioteca, riguardanti per lo più la filosofia antica, la politica, e la filosofia contemporanea. Nello stesso anno, gli eredi di Adolfo Omodeo hanno donato, oltre al suo importante archivio, anche la rimanente parte dei suoi libri (circa 3000) a completamento del fondo donato nel 1947. I libri riguardano per lo più la storia e la politica contemporanea, con un'attenzione particolare alla storia del risorgimento. Nel 1995 sono pervenute all'Istituto due importanti donazioni. La biblioteca di Vincenzo Torraca, insigne figura dell'azionismo italiano e uomo di finissima cultura letteraria e teatrale, composta da alcune migliaia di volumi, una parte dei quali - quella notevolissima riguardante la storia politica dell'ultimo secolo - è stata costituita in fondo a sé stante. E i circa 1000 libri di storia degli studi classici lasciati all'Istituto dall'illustre antichista Piero Treves, il catalogo dei quali è stato pubblicato in opuscolo alla fine del 1998. Sono infine state donate dagli eredi di Bacchisio Motzo e Cecilia Dentice d'Accadia, figure di primo piano nella storiografia religiosa e filosofica italiana, alcune interessanti collezioni di riviste.La Biblioteca dell'Istituto ha adeguato fin dai primi anni novanta le sue attività gestionali e catalografiche alle nuove tecnologie, al fine di favorire e stimolare la diffusione della cultura, erogando i suoi servizi (document delivery, reference, ecc.) secondo standard rispondenti all'entità e al valore del patrimonio posseduto.La Biblioteca dell'Istituto è collegata dal 1993 al Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN - polo della Biblioteca Nazionale di Napoli) e ha finora contribuito all'accrescimento dell'Indice Nazionale con l'inserimento di circa 100.000 notizie bibliografiche (40.000 record tra monografie e periodici in massima parte non ancora registrati da altre biblioteche) corrispondenti a circa metà dei volumi costituenti il patrimonio della biblioteca. I record prodotti vengono scaricati periodicamente in un catalogo informatizzato locale consultabile via Internet (OPAC - On Line Public Access Catalogue) che garantisce la visibilità del patrimonio posseduto e facilita le ricerche degli studiosi di tutto il mondo. Parallelamente è iniziata la sperimentazione delle nuove tecnologie di catalogazione derivata, già acquisite dalla Biblioteca, che consentono un agevole e rapido recupero dei record informatizzati da altre biblioteche.La Biblioteca ha dotato le sue pagine sul sito web dell'Istituto italiano per gli studi storici (www.iiss.it ), di altre funzionalità, integrate tra loro e con l'OPAC: un bollettino delle nuove acquisizioni della biblioteca; un virtual reference desk per ricerche in ambito umanistico, integrato con risorse digitali locali; la bibliografia online degli scritti di Benedetto Croce, con link alle risorse interne (posseduto della biblioteca, pubblicazioni edite dall'Istituto, ecc.) ed esterne, dedicate a Croce e all'universo crociano; un archivio informatico di migliaia di bibliografie di storici dell'otto-novecento, anche questo con link interni ed esterni; una banca dati dedicata agli ex borsisti dell'Istituto, che fornisce sempre attraverso l'integrazione di risorse interne ed esterne, oltre ai dati anagrafici, notizie sulle loro materie di studio, sulla loro attuale collocazione, sulle loro opere possedute dalla biblioteca, su loro libri recentemente pubblicati ecc.FondiLa Sezione PeriodiciConta circa 400 riviste correnti e un migliaio circa di estinte, tutte a scaffale aperto. Si tratta di un patrimonio unico che spazia dalle principali riviste storiche e di cultura nazionali e internazionali, fino ai periodici specializzati. Particolarmente ricco e richiesto è il settore delle riviste internazionali, spesso non reperibili in altre biblioteche meridionali.La Sezione Consultazione e Fonti E' costituita da circa 10.000 volumi a scaffale aperto. L'area di consultazione enciclopedica e biobibliografica è in fase di notevole accrescimento attraverso l'acquisizione di materiale su supporto elettronico. La biblioteca cura assiduamente l'aggiornamento delle edizioni di fonti storiche, filosofiche e letterarie. La Sezione Studi E' costituita da circa 30.000 volumi. Anche per questa sezione la biblioteca presta particolare attenzione alle pubblicazioni straniere o comunque di difficile reperimento in altre biblioteche meridionali. L'aggiornamento puntuale e rigoroso della sezione è favorito da un continuo scambio di informazioni tra la biblioteca, la direzione scientifica, i docenti e i borsisti dell'Istituto. I fondi della Biblioteca provengono da donazioni di studiosi legati all'Istituto da un vincolo di affetto e tradizione, che in esso hanno visto la sede degna di accogliere i loro libri e un'istituzione capace di integrarli in una moderna biblioteca di ricerca Benedetto Nicolini40.000 volumi con 750 cinquecentine, donato nel 1985Storia delle religioni e del cristianesimoRiforma e controriformaClassici della letteratura italiana Umanesimo e Rinascimento Epistolografia GiannoneVico CroceFausto Nicolini  Federico Chabod 5000 volumi, donato nel 1960 Cinquecento italiano ed europeoStoria e politica contemporanea  Adolfo Omodeo3000 volumi, donato nel 1946 e 1993Cristianesimo antico e moderno Storia del risorgimento Vincenzo Torraca 6000 volumi, donato nel 1995 Letteratura europea Storia e politica contemporanea Guido Calogero 5000 opuscoli, donato nel 1993Filosofia antica Storia e filosofia contemporanea Piero Treves 300 volumi, donato nel 1996 Storia degli studi classici Ettore Guerriero 4000 volumi, donato nel 1989 alla Fondazione Biblioteca Benedetto Croce e allocato presso la Biblioteca dell'Istituto Letteratura italiana e latina   
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