| Descrizione |
ICOM Italia è il comitato italiano dell’International Council of Museums – ICOM. Con più di 5000 soci e socie sul territorio italiano, promuove lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, museale e scientifico italiano. In linea con la missione globale di ICOM, sostiene l’eccellenza nella gestione museale, l’accesso equo alla cultura e la crescita professionale continua degli operatori museali.
Nel corso degli anni, ICOM Italia ha consolidato il proprio ruolo di facilitatore dell’innovazione e della collaborazione nel settore culturale, favorendo il dialogo tra istituzioni, professionisti e comunità.
Le sue iniziative si concentrano su accessibilità, sostenibilità, trasformazione digitale e inclusione, incoraggiando i musei a diventare spazi accoglienti e partecipativi per tutti. Attraverso attività di formazione, ricerca e progetti in rete, ICOM Italia promuove i musei come centri di educazione e partecipazione civica, contribuendo al benessere sociale e allo sviluppo sostenibile. |
| Storia |
Il Comitato Nazionale italiano di ICOM viene istituito il 17 maggio 1947, a solo sei mesi dalla costituzione dell’International Council of Museums, avvenuta nel corso della I Conferenza generale dell’UNESCO tenutasi a Parigi nel novembre 1946.
Il Ministro Guido Gonella, sollecitato dal Presidente di ICOM Chauncey J. Hamlin, affida al Direttore Generale per le Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione, Ranuccio Bianchi Bandinelli, il compito di presiederlo e di individuarne i 15 componenti, rappresentativi delle diverse tipologie di musei (musei d’arte, storia e archeologia, naturalistici e scientifici) e di tutte le aree geografiche del Paese.
L’ICOM diventa subito per i professionisti dei Musei italiani un importante strumento per riprendere il dialogo internazionale sulla museologia e la museografia avviato negli anni Venti dall’OIM (Office International des Musées) e interrotto con l’uscita dell’Italia dalla Società delle Nazioni, nel 1935.
Le pubblicazioni ufficiali Museum e ICOM News, le riunioni dei Comitati tematici internazionali e le Conferenze Generali di ICOM (in particolare la terza, organizzata nel 1953 in Italia, a Genova, Milano, Bergamo) permettono anche di dare visibilità ai nostri Musei e presentare i nuovi allestimenti legati alla ricostruzione. La presenza dei Direttori Generali (Ranuccio Bianchi Bandinelli, Guglielmo De Angelis d’Ossat, Bruno Molajoli) nell’Executive Board consente di partecipare alla messa a punto di programmi e iniziative internazionali.
L’impronta fortemente istituzionale dei primi trent’anni di attività – dovuta allo stretto legame di ICOM Italia con le strutture ministeriali cui viene affidata la presidenza e la segreteria organizzativa – è bilanciata dall’apertura del Comitato ai responsabili dei maggiori Musei Civici e a esponenti delle Università. La composizione élitaria del Comitato Direttivo – che assicura peraltro una partecipazione di alto livello nei consessi internazionali – e il ridotto numero di soci è compensata dalla stretta collaborazione con le Associazioni museali create negli anni Cinquanta da Vittorio Viale e da Pietro Romanelli, l’Associazione dei direttori e funzionari dei musei locali e l’Associazione nazionale dei musei italiani, con le quali si instaura un profondo scambio di idee e un impegno per iniziative comuni. Tra queste assumono particolare rilievo le Settimane dei Musei, campagne annuali di promozione lanciate da ICOM a partire dal 1956, volte alla diffusione della conoscenza delle collezioni museali e alla partecipazione di un pubblico più ampio alle problematiche di conservazione e salvaguardia.
Negli Anni Settanta la riforma organizzativa di ICOM a livello internazionale, legata ad una nuova concezione del museo e del suo ruolo nella società (oltre che all’esigenza pratica di ampliare il numero dei soci e la loro partecipazione), porta anche in Italia una ventata di democrazia interna, con il presidente e i membri del Comitato Direttivo eletti e non più cooptati. Parallelamente l‘emancipazione dalle strutture ministeriali, che si andavano riordinando nel nuovo Ministero per i beni culturali e ambientali, e l’interlocuzione con le Regioni, cui sono attribuite competenze in materia di musei locali o d’interesse locale, spostano l’attenzione all’insieme dei Musei italiani. L’elezione di Franco Russoli, portatore di una chiara visione delle esigenze di rinnovamento dei Musei e consapevole del ruolo di ICOM – alla cui vita aveva assiduamente partecipato, guadagnandosi una profonda stima a livello internazionale – apre una nuova fase del Comitato Nazionale italiano, purtroppo bruscamente interrotta dalla sua morte prematura.
Nei due decenni successivi, mentre l’ICOM si va progressivamente diffondendo in tutti i continenti, orientando i suoi programmi sulle esigenze dei musei dei paesi emergenti, mentre a livello internazionale ferve il dibattito sulla concezione stessa del museo, il Comitato Nazionale italiano di ICOM, ormai stabilmente collocato a Milano, si concentra soprattutto sui problemi nazionali, organizzando convegni e dibattiti sulle condizioni dei musei italiani, ancora lontani dal raggiungimento di standard soddisfacenti nonostante encomiabili sperimentazioni nel campo della comunicazione e dell’educazione.
Occorrerà attendere la fine degli Anni Novanta per vedere assicurata di nuovo la presenza di italiani negli organi internazionali e una lenta ma progressiva crescita dei soci, che assumerà una forte accelerazione nell’ultimo decennio.
In occasione della 24a Conferenza Generale di ICOM, il Comitato Nazionale italiano ha realizzato e pubblicato un volume dal titolo ICOM Italia. Dalla nascita al 2016. |
| Patrimonio documentale e altro |
Negli anni, ICOM Italia ha ideato uno spazio dedicato alla raccolta e conservazione di risorse documentarie sulla museologia e museografia. Questo progetto ha preso forma il 10 marzo 1998 con la creazione del Centro di Documentazione di Museologia e Museografia (CEDOMM, oggi Centro di Documentazione Museale), unico centro documentale legato a un Comitato Nazionale dell’ICOM. Inizialmente ospitato presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, la collezione del CEDOM si è sviluppata nel suo nucleo originario grazie alla raccolta di documenti, pubblicazioni, periodici, riviste di settore inviati all’Associazione per posta, depositati da membri della Giunta esecutiva o dagli associati (che fino agli inizi XXI secolo ammontavano a circa 200 su tutto il territorio nazionale). La raccolta archivistico-libraria originaria si è progressivamente arricchita negli anni grazie ad una serie di fondi derivanti da donazioni: questi contributi hanno notevolmente ampliato il patrimonio documentale, integrando risorse che arricchiscono la prospettiva storica e teorica sulle pratiche museologiche e museografiche dagli anni ’40 del XX secolo ad oggi.
Nel 2012, un accordo con Regione Lombardia ha permesso il trasferimento del CEDOM presso il Centro Bibliografico e di Documentazione Regionale a Palazzo Lombardia, rendendo così la raccolta di ICOM accessibile a un pubblico più vasto.
Il Centro di Documentazione Museale del Comitato Italiano di ICOM custodisce un patrimonio vario e prezioso, frutto soprattutto di donazioni. Ogni fondo offre una testimonianza della storia della museologia e museografia italiana:
- Fondo Fredi Drugman: Questa collezione include materiali accademici come tesi, cataloghi e planimetrie di musei italiani ed esteri. Donata da Fredi Drugman (1927-2000), architetto e docente visionario, questa raccolta riflette la sua visione del museo come spazio sociale e culturale integrato nella vita urbana, accessibile alla comunità. Complementarmente al fondo presente nel CEDOM, la parte più consistente del Fondo Drugman si trova al CASVA di Milano dal 2009.
- Fondo Roberto Togni: Composto da circa 4.000 volumi, tra cui manoscritti e studi, questo fondo è stato donato tra il 2010 e il 2014 da Roberto Togni, docente e museologo. La collezione rappresenta la sua dedizione alla ricerca e alla diffusione del sapere museologico in Italia.
- Fondo Alberto Garlandini: Donato nel 2015 da Alberto Garlandini, museologo ed esperto di gestione del patrimonio culturale, questa collezione include volumi che riflettono il suo impegno per la valorizzazione dei musei come luoghi di conoscenza e integrazione culturale.
- Fondo Museo Poldi Pezzoli: Questo fondo, donato nel 2012 dal museo milanese, comprende una parte della sua biblioteca, ampliata sotto la direzione di Alessandra Mottola Molfino. La raccolta è composta principalmente da riviste specialistiche, tra cui numerosi numeri del Burlington Magazine.
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