Descrizione |
Dettaglio |
Presidente |
Giulia Maria Mozzoni Crespi |
Telefono |
02 46.76.15.1 |
Fax |
02 48.19.36.31 |
eMail |
info@fondoambiente.it |
Indirizzo |
Viale Coni Zugna 5, 20144 |
Comune |
MILANO |
Città |
MILANO |
Provincia |
Milano |
Regione |
Lombardia |
Descrizione |
LE ATTIVITÀ DEL FAI Oltre all’accesso gratuito a tutti i Beni FAI aperti al pubblico, la tessera FAI vi offre la possibilità di partecipare a una grande varietà di attività ed eventi, che ci auguriamo vi rendano ancora più soddisfatti della vostra scelta di entrare a far parte del Fondo per l’Ambiente Italiano. EventiDurante tutto l’anno il FAI organizza eventi che, traendo spunto dalle diverse stagioni, toccano argomenti di ogni genere, dal giardinaggio alla gastronomia, alla musica, alla danza e all’arte. Desideriamo che tutti i nostri Aderenti si divertano, ecco perché organizziamo manifestazioni per famiglie, coppie, single, nonni, bambini… e non dimentichiamo nemmeno i nostri amici a quattro zampe! Il calendario di tutti gli eventi viene rinnovato ogni tre mesi e può essere richiesto direttamente presso i Beni del FAI, presso la sede centrale del FAI o consultato su Internet, dove viene costantemente aggiornato. Giornata FAI di PrimaveraPrincipale evento della Fondazione, da ben tredici anni la Giornata di Primavera viene realizzata grazie all’enorme impegno dei volontari FAI: è un appuntamento importantissimo, mirato a promuovere il FAI e la sua missione e durante il quale migliaia di visitatori e di studenti sono invitati a conoscere, scoprire o riscoprire centinaia di monumenti eccezionalmente aperti in tutta Italia, grazie alla collaborazione di 6.000 volontari, grandi e piccoli. Solo nell’edizione 2004 sono stati aperti gratuitamente 380 beni (molti dei quali normalmente chiusi al pubblico), in 196 città e coinvolgendo 19 regioni. Dal 1992 a oggi il FAI è riuscito ad aprire un totale di 2.700 monumenti con oltre 2.700.000 visitatori. ConcertiPer comunicare a un pubblico sempre più ampio la missione del FAI e per contribuire alla raccolta fondi, in molte città italiane il Fondo per l’Ambiente Italiano organizza grandi concerti con la partecipazione dei maggiori protagonisti della scena musicale italiana e internazionale, come Riccardo Muti, Lorin Maazel, Franco Battiato, Glenn Miller Orchestra e molti altri ancora.I Viaggi del FAISeguendo percorsi lontani dai grandi flussi turistici, ogni anno il FAI presenta un calendario di viaggi dedicati ai propri Aderenti e che si svolgono sotto la guida di grandi esperti d’arte e di storia: Birmania e Cambogia, Egitto, Berlino, Lisbona e il Portogallo, Libia, Cappadocia, Vienna e Praga, Salonicco, Cina imperiale, Laos e Vietnam, Sudafrica, Sicilia, Cassia antica, il Veneto e le sue ville sono solo alcune delle mete proposte. Delegazioni FAIPer la diffusione dei suoi scopi statutari, il FAI si avvale a livello locale dell’aiuto delle Delegazioni, che organizzano più di mille eventi all’anno grazie al lavoro di 6.000 volontari presenti in tutta Italia. In 18 regioni sono quasi 100 le Delegazioni che hanno il compito di diffondere capillarmente gli scopi della Fondazione, coinvolgendo gli Aderenti e i Sostenitori locali in un ricco calendario di attività: visite guidate a monumenti e palazzi storici, viaggi, concerti, conferenze, seminari, convegni, ma anche piacevoli intrattenimenti all’insegna della buona tavola. Il FAI e la scuolaNei propri Beni, il settore Scuola del FAI organizza speciali visite scolastiche per alunni di tutte le età, dalla scuola dell’infanzia, alla scuola primaria e secondaria. Le diverse proposte variano dalle visite guidate alle visite animate, adatte ai bambini della scuola dell’infanzia, alle visitattive, che stimolano la partecipazione degli studenti secondo il principio della Pedagogia della Scoperta, ai percorsi tematici legati all’approfondimento della storia dell’arte e della natura dei luoghi. Inoltre, tutte le mostre allestite nei Beni del FAI prevedono un percorso didattico con laboratori per attività creative. |
Storia |
Da un'idea di Elena Croce, figlia del grande filosofo Benedetto Croce, e dal precedente illustre del National Trust inglese - fondato nel 1895 e al cui attivo si contano oltre 2000 Beni fra castelli, ville, dimore, parchi e tratti costieri - il 28 aprile 1975 Giulia Maria Mozzoni Crespi, Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli firmavano l'atto costitutivo e lo statuto del FAI, Fondo per l'Ambiente Italiano. Una realtà nata dall'entusiasmo di pochi - con il preciso scopo di contribuire alla tutela, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale italiano - ma che nel volgere di pochi anni si è trasformata in una missione tanto appassionante quanto delicata e complessa.La storia del FAI è scritta nei fatti e scolpita nelle date delle sue acquisizioni più significative. Dalla sua nascita la Fondazione ha percorso un lungo cammino.Già nel 1976, a un anno dalla fondazione, giunge la prima donazione da parte dell'avvocato Piero di Blasi: 1000 metri quadrati a Panarea, nell'arcipelago delle Eolie. Un fazzoletto di terra e roccia che però è servito a sventare un tentativo di lottizzazione. È bastato il titolo di proprietà per consentire la protezione dell'intera cala. Nel 1977 Emanuela Castelbarco, nipote di Arturo Toscanini, dona al FAI il Castello di Avio, fra Verona e Trento. Si tratta della prima operazione di grande prestigio, poiché i Castelbarco sono legati ad Avio da sei secoli di storia. L'acquisizione del castello di Avio ha richiesto al FAI laboriosi interventi di restauro che hanno salvato dal progressivo degrado un bene di grande valore storico e architettonico. A partire da quel momento è stato inoltre stabilito il principio in base al quale i donatori e i loro eredi godono del diritto di continuare ad abitare parte dell'antica dimora senza più essere gravati da oneri fiscali e da spese di restauro, manutenzione e custodia. Il FAI, dunque, offre ai proprietari impossibilitati ad affrontare gli altissimi costi di gestione di una grande dimora secolare, una soluzione che non spezza i legami tra famiglia e luogo d'origine, ma anzi garantisce la continuità storica. Sempre nel 1977 un altro caso emblematico: il Monastero di Torba. Già avamposto militare del tardo impero romano, poi passato nelle mani dei Goti e ai Longobardi, divenuto quindi monastero benedettino, Torba era un complesso in totale abbandono. E' stato salvato in extremis da Giulia Maria Mozzoni Crespi, che l'ha acquistato per donarlo al FAI, cui va il merito di aver saputo restituirle poesia e bellezza. Nel 1983 una svolta decisiva: i principi Doria Pamphili donano al FAI il borgo di San Fruttuoso, con l'abbazia benedettina del XIII secolo e 32 ettari di macchia mediterranea sulla costa sud del monte di Portofino. Non solo un monumento da restaurare e un ambiente naturale da preservare, ma un intero borgo con la sua piccola comunità cui dare vita e lavoro.Ancora, nel 1984 la contessa Elisabetta De Rege e il marito decidono di donare al FAI il Castello della Manta, vicino a Saluzzo. Un'acquisizione che si distingue per l'altissimo valore artistico degli affreschi del salone baronale del castello. Risalenti ai primi decenni del '400, in piena cultura "Gotico Internazionale", sono fra i più importanti e affascinanti dell'epoca. Ormai donazioni e acquisizioni acquistano un ritmo veloce e intenso: nel 1986 la Baia di Ieranto, un “monumento” naturale di bellezza unica, all’estremità della penisola sorrentina, donato da Italsider; nel 1987 Castel Grumello, presso Sondrio, e Casa Carbone a Lavagna. Nel 1988 e 1989 si realizzano tre acquisizioni straordinarie: il Castello di Masino nel Canavese, residenza per dieci secoli dei conti Valperga, come dire più di mille anni di storia del Piemonte e d'Italia; la Villa del Balbianello a Lenno, sul lago di Como, luogo di "delizie" creato dal cardinal Durini nel '700 e lasciato al FAI da Guido Monzino alla sua morte; la Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno, circondata da un bellissimo giardino all'italiana e dipinta all'interno da scenografici affreschi rococò. Non sono da meno le piccole ma preziose acquisizioni più recenti: un’Edicola per giornali ottocentesca a Mantova, la minuscola Barbieria art déco a Genova, dipinti, mobili, ceramiche e porcellane della Collezione Alighiero de' Micheli a Milano, il Maso Fratton-Valaia, ai confini del Parco del Brenta, reso famoso per essere frequentato dai superstiti orsi bruni del Trentino, il minuscolo Teatro Catalani a Vetriano. Alla fine del 1999 un altro bene si è aggiunto a quelli a cui il FAI dovrà dedicare le sue cure. Il meraviglioso Giardino della Kolymbetra, cinque ettari di terra con aranceti e mandorleti ai piedi della Valle dei Templi di Agrigento dati in concessioni dalla Regione Sicilia: un’occasione per ribadire l’impegno della Fondazione nella tutela del paesaggio ma anche un’esperienza di collaborazione tra pubblico e privato che potrebbe tradursi in un nuovo criterio di gestione per gli anni 2000. Il 2000 è stato l’anno dell’apertura al pubblico di Villa Panza a Varese, donata nel 1996 dal conte Panza di Biumo con la sua collezione di arte contemporanea americana. Il rigore con il quale la villa ha dovuto presentarsi al pubblico, per via del prestigio e della rilevanza internazionale della collezione Panza, ha richiesto uno sforzo straordinario: mai nella storia del FAI un monumento è stato così radicalmente restaurato prima dell’apertura. Differenza dunque, ma anche continuità con il passato, perché Villa Panza non è un museo ma una casa e tale continuerà ad essere, poiché il FAI è per sua natura custode di case e di “atmosfere”. A partire del 2002 è stato dato in concessione dallo Stato al FAI il Parco “Villa Gregoriana” a Tivoli, un ottocentesco esempio di come bellezze naturali e un intelligente intervento della creatività romantica possano coniugarsi mirabilmente. Dopo anni di chiusura ed abbandono, grazie all’intervento del FAI il Parco si avvia alla riapertura al pubblico nella primavera del 2005. Di prossima apertura sono infine Casa Necchi Campiglio, splendido monumento degli anni ’30 nel centro di Milano e destinata a diventare una casa-museo tra le più particolari in Europa, e Villa dei Vescovi, gioiello architettonico edificato nel ‘500 donato da Vittorio Olcese nel 2005 e primo bene del FAI in Veneto. |
Patrimonio documentale e altro |
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