Descrizione |
Sin dalle origini, la fisionomia culturale della Fondazione si è definita a partire dalla convivenza - e talora dall'interazione - tra due fondamentali ambiti di interesse politico-intellettuali di Lelio Basso, che emergono puntualmente dalla storia delle sue attività e dalla stessa composizione della biblioteca: un ambito storico-sociale, che già in una prima fase (rappresentata dalle direzioni di Gastone Manacorda e di Georges Haupt) aveva consentito di superare le tradizionali categorie ideologiche e le linee di demarcazione etico-politiche della storia del marxismo e del movimento operaio. Nella seconda fase, successiva alla morte di Basso (e rappresentata dalla direzione di Alberto Caracciolo prima e da quella di Giacomo Marramao poi), l'indagine storico-sociale si è progressivamente aperta ad altri settori e ambiti metodologici, dalla storia delle mentalità alla storia urbana e ambientale, alla storia della scienza; un ambito giuridico-istituzionale, in cui l'attenzione, precipuamente teorico-politica, si incentra sul ruolo svolto dallo Stato e dalle forme giuridiche nella dinamica dell'ordine e del conflitto sociale, e dunque nello stesso processo costitutivo dei "soggetti storici" (classi, ceti, élites, istituzioni); più recente l’interesse per la bioetica e per il processo di costituzionalizzazione dell’Europa.Pur svolgendosi in modo radicalmente rinnovato, l'attività della Fondazione poggia ancor oggi sulle sue basi originarie:una biblioteca che va ampliando le sue prospettive di servizio, e continua a svolgere la funzione di supporto scientifico alle istituzioni pubbliche;un istituto di ricerca che accoglie studiosi di varie discipline - accomunati dallo sforzo di comprendere la fisionomia e le radici della società contemporanea - e si apre a ospitare liberi scambi di idee e confronti culturali. Dal 1975 la Fondazione beneficia di una sovvenzione statale. È questo un terzo elemento che concorre, insieme ai due citati, a definirne il profilo: il sostegno delle finanze pubbliche e gli obblighi che ne derivano esaltano infatti il ruolo pubblico della Fondazione e il suo contributo alla crescita culturale della vita politica italiana.Il lavoro della Fondazione è stato sempre contraddistinto da un solido intreccio tra forte richiamo ideale, vocazione alla comparazione e rilievo della dimensione storica, con una costante attenzione per i dati emergenti dal contesto sociale; non è un caso che, all'origine, la Fondazione si chiamasse semplicemente Istituto per lo studio della società contemporanea (Issoco). Nella sua storia la ricerca critica e il rifiuto di ogni suggestione dogmatica sono da sempre la cifra costante. Lelio Basso è stato uomo di forti convinzioni e passioni; ma il suo marxismo era quello di un critico, la sua attitudine quella di un dissenziente, il suo spirito quello di un uomo irriducibilmente libero. Intorno alla Fondazione si sono quindi riunite individualità diverse, si sono svolti confronti liberi e aperti, si sono portate a compimento ricerche non condizionate da alcun pregiudizio. Se questa espressione ha ancora un significato, si può ben affermare che la Fondazione è stata sempre una "istituzione di frontiera", nel senso che mai il suo lavoro è stato quello di chi si ritiene appagato dalle proprie certezze. |
Storia |
La Fondazione Lelio e Lisli Basso nasce a Roma nel 1973 dalla fusione della ricca biblioteca personale di Lelio Basso - alla cui formazione egli si era dedicato sin dagli anni trenta - con l'Istituto per lo studio della società contemporanea (Issoco), creato nella seconda metà degli anni sessanta con l'obiettivo di arricchire il quadro culturale di una sinistra incalzata dai problemi delle società definite all'epoca "industriali avanzate". La Fondazione, eretta in ente morale con il DPR n. 503 del 18 giugno 1974, ha sede in un antico edificio del centro storico di Roma, acquistato da Lelio Basso nel 1965 in condizioni fatiscenti e da lui donato alla Fondazione dopo lunghi e complessi lavori di restauro. |
Patrimonio documentale e altro |
Il patrimonio della biblioteca comprende attualmente circa 112.000 volumi e 5.000 testate di periodici (spenti e in corso). Le lingue coperte sono, oltre l'italiano, il francese, l'inglese, il tedesco, lo spagnolo, il russo e il portoghese. Si tratta di una raccolta libraria di grande valore non tanto per la quantità dei libri conservati, quanto per la coesione tematica che la caratterizza e ne fa una biblioteca specializzata in storia dell’evoluzione della democrazia e dei movimenti di massa, molto consultata anche da studiosi stranieri. Vari sono i fondi speciali posseduti, tra cui è da considerare particolarmente rilevante quello sulla Rivoluzione francese, composto da volumi, opuscoli e periodici originali, in qualche caso non posseduti dalla stessa Bibliothèque Nationale di Parigi. Orari di apertura al pubblico: Sala lettura: lunedì - venerdì 9.00 - 16.30; distribuzione libri 9:30 - 11:00 - 12.30. L’accesso alla sala di consultazione è libero dietro presentazione di documento di identità e rilascio di tessera; gli utenti possono usufruire dei supporti tecnici d'uso (fotocopiatrice, lettore e stampatore di microfilms e microfiches, Ereader), e di due terminali per la ricerca bibliografica informatizzata in SBN. Non è consentito il prestito esterno individuale, ma solo quello interbibliotecario, con esclusione dei fondi rari, degli esemplari a rischio e dei periodici. È possibile fotocopiare solo i volumi pubblicati dopo il 1920 e di formato inferiore a cm 29 x 21, nei limiti consentiti dalle leggi vigenti. Fondi speciali:
- Utopie e progetti di riforma della società da Moro all'illuminismo
- La rivoluzione francese• Il 1848-49 in Europa
- I socialisti utopisti• Le associazioni internazionali
- La Comune di Parigi
- Edizioni prime o rare di Marx ed Engels
- Il cartismo
- Socialismo e movimento operaio
- Fondo russo
- Storia delle donne
- Resistenza
- Vietnam
- Africa
- America Latina
Per maggiori informazioni: http://www.fondazionebasso.it/2015/biblioteca/ |