Descrizione |
Dettaglio |
Presidente |
Anna Clerici Grandi |
Telefono |
02 45473800 |
Fax |
02 45473811 |
eMail |
info@museopoldipezzoli.org |
Indirizzo |
Via Manzoni 12 - 20121 |
Comune |
MILANO |
Città |
MILANO |
Provincia |
Milano |
Regione |
Lombardia |
Descrizione |
La dimora ricca e raffinata del nobile milanese Gian Giacomo Poldi Pezzoli è dal 1881 un museo che mantiene nell’atmosfera degli ambienti il calore di una casa privata e custodisce opere di altissima qualità e di grande fascino. Storico esempio del gusto collezionistico di fine Ottocento, la casa-museo raccoglie dipinti dal XIV al XVIII secolo tra cui alcuni capolavori di: Pollaiolo, Botticelli, Giovanni Bellini, Mantegna, Piero della Francesca, Tiepolo e Guardi. Accanto ai dipinti vi sono splendide collezioni di oreficerie, orologi meccanici, orologi solari, vetri, porcellane, armi, arazzi, pizzi, mobili e tappeti tra cui il celebre tappeto persiano di caccia del 1542/43, uno dei più antichi tappeti datati e firmati del mondo. Straordinario esempio di installazione d’artista è la Sala d’Armi del Museo, allestita su progetto di Arnaldo Pomodoro dal 2000.Dagli anni cinquanta ad oggi circa 1065 oggetti d'arte sono stati donati al museo, soprattutto da collezionisti milanesi: gli orologi meccanici da Bruno Falck, gli orologi solari da Piero Portaluppi; oggetti preziosi, sculture e tessuti copti dall'Associazione degli Amici del Museo; una vasta raccolta di pizzi e ricami; ceramiche milanesi, dipinti e disegni dell'Ottocento da Riccardo Lampugnani; porcellane venete del Settecento da Giuliano Fratti; e stupendi dipinti italiani da Margherita Visconti Venosta (tra questi perfino un Raffaello), da Astorre Mayer, da Giulia Falck, da Ludovica Pirelli, da Maria Eva Sala, da Annibali Scotti Casanova. |
Storia |
Il Museo è stato creato grazie al lascito testamentario di Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879) che, con il suo testamento segreto del 1871, decideva di lasciare ad uso e beneficio pubblico in perpetuo il suo palazzo nel centro della città, in via Manzoni 12, con tutte le opere d’arte che aveva collezionato a partire dalla metà del XIX secolo; e un vitalizio che consentisse al museo di restare aperto e di aumentare con una attenta politica di acquisti le collezioni.Il Museo Poldi Pezzoli è una fondazione artistica, eretta in ente morale il 27 febbraio 1881; è dotato di uno statuto, la cui ultima modifica (in cui la Fondazione è diventata ONLUS) risale al 16 dicembre 1997, e di un regolamento, la cui ultima modifica risale all’1 aprile 1994. E’ stato riconosciuto Istituto Culturale di Interesse Nazionale dal 1980.La Fondazione Artistica Poldi Pezzoli ha tra i suoi compiti statutari lo studio e la ricerca, la conservazione e il restauro delle opere delle sue collezioni, l’educazione permanente e la didattica per il pubblico, l’arricchimento delle sue raccolte attraverso nuove acquisizioni e donazioni. Svolge annualmente attività di ricerca, restauro ed esposizioni temporanee.La Fondazione Artistica è gestita da un Consiglio di Amministrazione, composto per la maggioranza da rappresentanti degli enti pubblici (Ministero per i Beni Culturali, Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano), cui si aggiungono un rappresentante dell’Associazione Amici del Museo Poldi Pezzoli e dei suoi eredi; inoltre da due revisori dei conti. Per le proprie attività, la Fondazione riceve contributi pubblici, che coprono circa un settimo del bilancio, ricavi e rendite proprie, e per la restante parte, erogazioni e sponsorizzazioni di varia provenienza (fondazioni bancarie, società, banche..). |
Patrimonio documentale e altro |
La biblioteca di Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879), fondatore del Museo, è di importanza eccezionale, seconda a Milano solo a quella della Trivulziana e certo la prima tra quelle private. Essa annovera 4 manoscritti, 33 incunaboli, 623 cinquecentine (censite dal progetto EDIT 16) e 2780 edizioni rare.L'insieme è di alto livello, frutto di scelte molto raffinate e mirate coerentemente su alcuni argomenti (classici della letteratura italiana e latina, storia, religione, rari testi scientifici) e su alcuni generi (viaggi, geografia). Alcuni titoli sono alquanto rari. Anche tra i titoli più recenti non mancano i pezzi rilevanti: per e s. l'Encyclopedie di Didert e D'Alembert (ediz. 1751), le Famiglie italiane del Litta e un discreto numero di dizionari settecenteschi. Molte le editiones principes, le legature antiche e pregiate. |