Descrizione |
Il Centro Internazionale per lo Studio dei Papiri Ercolanesi "Marcello Gigante" ha lo scopo di e promuovere il rinnovamento dello studio dei testi ercolanesi.Pur conservando la propria fisionomia di laboratorio di ricerca riservato ad un pubblico specializzato, esso ha nel corso degli anni affiancato alle tradizionali attività di studio e di conservazione compiti di carattere didattico-espositivo e di assistenza o anche catalografici e di ricerca bibliografica propri del servizio al pubblico. L’interesse per il patrimonio di conoscenze contenuto negli antichi volumina ha fatto registrare come naturale conseguenza il progressivo aumento degli studiosi impegnati nella lettura autoptica dei testi; mentre l’opera di valorizzazione dei propri fondi, da sempre perseguita dalla Biblioteca, ha consentito, nei limiti imposti dalla natura particolarissima del materiale papiraceo, la fruizione da parte di un pubblico più ampio e più vario. |
Storia |
Nel 1969 si costituì a Napoli il Centro Internazionale per lo Studio dei Papiri Ercolanesi (C.I.S.P.E.), per iniziativa del prof. Marcello Gigante, che ne divenne il Segretario. Presidente fu nominato il prof. Vittorio De Falco e ne furono membri i piú illustri filologi e papirologi che si siano occupati di testi ercolanesi, da Bruno Snell a Reinhold Merkelbach e Wolfgang Schmid. Attualmente (1999) Presidente è il prof. Giovanni Pugliese Carratelli, Vicepresidente è la prof. Francesca Longo Auricchio e Segretario il prof. Giovanni Indelli; oltre a insigni studiosi italiani e stranieri, sono membri di diritto il Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, il Direttore della Biblioteca Nazionale 'Vittorio Emanuele III' di Napoli, il Direttore dell'Istituto di Patologia del libro e il Soprintendente Archeologo di Pompei ed Ercolano. La sede legale del C.I.S.P.E. è il Dipartimento di Filologia Classica 'Francesco Arnaldi' dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.ll C.I.S.P.E. sorse col duplice intento di collaborare alla ripresa dello scavo della Villa dei papiri in Ercolano e promuovere il rinnovamento dello studio dei testi ercolanesi, oggi conservati nella Officina dei papiri ercolanesi nella Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli.Come è noto, i papiri furono trovati dagli scavatori borbonici, a partire dal 1752, nella Villa ercolanese probabilmente appartenuta alla famiglia romana dei Pisoni. L'edificio fu aggredito allora solo attraverso pozzi e cunicoli, mai scavato a cielo aperto: ecco perché se ne caldeggia oggi uno scavo compiuto, nella fiducia che possa restituire ancora testi e opere d'arte sfuggiti all'esplorazione settecentesca. Nel 1986 la Soprintendenza Archeologica di Pompei ha avviato una nuova esplorazione della Villa che, partendo dagli antichi pozzi borbonici, oggi nuovamente ed esattamente identificati, approdi a un vero e proprio scavo modernamente concepito. È stato avviato lo scavo a cielo aperto nella zona occidentale tra la città di Ercolano e la Villa che ha portato alla luce parte della zona dell'atrio e ha rivelato che l'edificio si estendeva su piú piani (almeno tre) sottostanti a quello già noto e non esplorati dall'indagine settecentesca. |
Patrimonio documentale e altro |
La biblioteca della Villa dei Papiri ci ha offerto prevalentemente opere di filosofia antica, in massima parte epicurea, ma anche, tra i papiri latini, opere di poesia e di oratoria.Questa ricca produzione fu studiata, all'atto delle scoperte, nella seconda metà del XVIII secolo, dai benemeriti Accademici ercolanesi, incaricati di tale cómpito da Carlo di Borbone, che pubblicarono la cosiddetta Herculanensium voluminum quae supersunt Collectio Prior in undici volumi (dal 1793 al 1855) e, successivamente, dopo l'Unità d'Italia, la seconda serie, Collectio Altera, ugualmente in undici volumi. Le edizioni furono poi riproposte, con concezione piú matura e moderna, dalla grande filologia, soprattutto tedesca, fiorita tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.Una revisione di tanto lavorio critico apparve tuttavia necessaria nel corso degli ultimi trent'anni. In primo luogo si presentava l'esigenza di un nuovo controllo autoptico degli originali, che, come è noto, hanno subìto un processo di carbonizzazione nel corso dei secoli, e sono perciò di assai ardua consultazione. Oggi la lettura è facilitata dall'impiego di buoni microscopi e di ottime tecniche fotografiche ed è quindi momento imprescindibile di ogni proposta ecdotica. In secondo luogo, il progresso che lo studio delle filosofie post-aristoteliche ha conosciuto negli ultimi anni postulava una ripresa di temi e problemi in ottiche nuove e piú consapevoli.Negli ultimi anni lo studio e la decifrazione dei papiri ercolanesi ha ricevuto un forte impulso grazie all’applicazione della tecnica fotografica multispettrale. Questa tecnologia, già usata per i papiri carbonizzati di Petra, consiste nella creazione di immagini digitali dei papiri grazie a una macchina dotata di diversi filtri che consentono di vedere tutti gli spettri dal visibile all’invisibile fino all’infrarosso. La tecnologia multispettrale ha consentito la creazione di un archivio digitale di tutta la biblioteca ercolanese (oltre 35000 immagini) e ha completamente rivoluzionato la decifrazione dei testi permettendo di leggere nei fragili e carbonizzati manoscritti ercolanesi ciò che mai prima era stato visto. Sono apparsi così un libro di Zenone Sidonio, maestro di Filodemo e di Cicerone e capo della scuola epicurea di Atene nel I sec. a. C. e una nuova opera logica dello stoico Crisippo. Inoltre è stato possibile scoprire che molti papiri, precedentemente non classificati, sono latini e non greci ed è stato creato un primo archivio paleografico di tutta la collezione. Tale raccolta è stata integrata con un database, curato dal nostro Centro, in cui sono state immesse più di 25000 informazioni bibliografiche e tecniche concernenti i testi ercolanesi. Negli ultimi anni il CISPE ha anche curato l’aspetto della divulgazione e della comunicazione istituendo un nuovo sito internet (www.cispegigante.it) e creando delle nuove brochures informative. È giunta al numero 35 la rivista Cronache Ercolanesi, bollettino del Centro Interrnazionale per lo Studio dei Papiri Ercolanesi, che dal 1971 raccoglie pubblicazioni di autori italiani e stranieri sui papiri e sull’archeologia ercolanesi ed è giunta al volume diciassettesimo la collezione di testi ercolanesi fondata e diretta da Marcello Gigante “La Scuola di Epicuro”. Nella stessa collana sono apparsi quattro supplementi: due contenenti l’edizione della stele epicurea di Diogene di Enoanda e due contenenti l’edizione dei primi quattro libri del De rerum Natura di Lucrezio. |