Descrizione |
Con la sua lunga storia e con le sue alterne vicende, il Museo testimonia la vita stessa dell'Accademia, nel suo continuo divenire; non un museo archeologico quindi, né una pinacoteca, né un museo civico; ma un qualcosa di singolare, il documento dell'evoluzione di un pensiero e di una cultura: quel pensiero e quella cultura che sono state e sono la vita stessa dell'Accademia Etrusca, il cui gusto e la cui storia si respira nel percorrere ogni sala e nel soffermarsi davanti ad ogni vetrina. |
Storia |
Quando nel 1727 l'Abate Onofrio Baldelli donò il suo museo e la sua "libreria" all'Accademia Etrusca, appena costituita a Cortona per volontà dei fratelli Venuti, suoi nipoti, e di altri giovani nobili cortonesi, fu necessario reperire nella città una sede per depositare gli oggetti artistici e i libri; il Granduca di Toscana Giangastone de' Medici concesse l'ultimo piano del palazzo Casali (nella foto), edificio adibito a sede dei Commissari del Governo fiorentino. La collezione dell'abate Baldelli era un tipico esempio dell'attività erudita degli intellettuali del Settecento, per i quali qualsiasi ramo dello scibile era degno di attenzione e di studio: le raccolte spaziavano perciò dai materiali archeologici, alle monete e medaglie, dai libri a stampa ai manoscritti, dai minerali alle piante rare ed esotiche, agli strumenti scientifici; lo spirito che era alla base degli studi era infatti quello illuminista ed enciclopedico tipico della cultura del XVIII secolo. L'Accademia Etrusca si sviluppava infatti soprattutto attraverso le due principali branche di attività, il Museo e la Biblioteca; sorta nella temperie culturale illuminista, divenne subito uno dei principali poli di attrazione delle ricerche storiche e artistiche e della cultura politico-sociale, in particolare grazie alle pubblicazioni che curava, alle riunioni organizzate a Cortona (le cosiddette Notti Coritane, raccolte in tredici volumi manoscritti), all'azione dei propri soci identificati nei personaggi di maggiore richiamo della vita politica e intellettuale sia toscana che europea in genere, molti dei quali ricevevano la dignità di Lucumone, ossia presidente dell'Accademia. Pur essendo collocata fino dall'inizio nel palazzo Casali, l'Accademia, con il Museo e la Biblioteca, non avevano a disposizione gli spazi attuali; in origine infatti il Granduca di Toscana concesse solo le sale all'ultimo piano, nelle quali fino al 1928 furono costrette a convivere in spazi sempre più ristretti sia le collezioni del Museo, sia le raccolte bibliografiche; in quell'anno l'acquisizione di altre sale - ancora all'ultimo piano - permisero la separazione fra museo e Biblioteca; solo dopo la fine della seconda guerra mondiale e il ripristino dei piani inferiori del palazzo, il Museo raggiunse la sua estensione attuale, e la Biblioteca fu scissa in sezione moderna (al piano rialzato) e collezione storica (rimasta nelle sale originarie all'ultimo piano); negli ultimi anni è stata aperta, all'ultimo piano, una sezione topografica con il deposito dei materiali archeologici provenienti dal "Melone II del Sodo", una grande tomba etrusca della campagna cortonese. |
Patrimonio documentale e altro |
La storia della costituzione e dello sviluppo della Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca di Cortona si confonde con quella dell’Accademia Etrusca. Questa, nasce nel 1726 su iniziativa di eruditi e studiosi locali con lo scopo di "diffondere la cultura mediante la compra di libri di erudizione e scienza", nel 1727 c’è il riconoscimento ufficiale da parte del Granduca, quindi la stipula di una convenzione con il Comune per l’istituzione della Biblioteca, avente sede in Palazzo Casali.Negli anni a seguire all’Accademia aderiranno studiosi di fama internazionale come Charles Montesquieu, Voltaire, Johann J. Winckelmann, Antonio Muratori, Scipione Maffei; notevole, poi, sarý líattivitý culturale dell’associazione, con la fondazione del Museo e la pubblicazione di opere di notevole spessore ed interesse storico, come I saggi di dissertazione accademiche, il Museum cortonense, il periodico Polimnia, e, attualmente l’Annuario. Di pari passo cresce e si sviluppa la Biblioteca che, grazie alla munificenza di singoli donatori ed alle soppressioni operate dalle leggi napoleoniche, acquisisce opere e manoscritti di fondamentale importanza per la cultura, come il famosissimo laudario cortonese (sec. XIII), o il bel manoscritto dei primi anni del sec. XIV della Divina commedia di Dante. Attualmente il patrimonio della Biblioteca è così costituito: manoscritti membranacei 128 manoscritti cartacei 578 incunaboli 118 pergamene sciolte 756 edizioni sec. XVI 1.047 edizioni secc. XVII-XVIII 9.652 tesi di laurea a stampa e dissertazioni di varie universitý tedesche dei secc. XVIII-XVIII 8.000 fondi chiusi (donazioni) (sec. XIX-XX) 35.676 fondo di storia locale 6.000 fondo corrente 16.000 periodici 310 Il materiale è quasi completamente catalogato e in gran parte i cataloghi sono su supporto magnetico nel software CDS/ISIS.
L’orario di apertura al pubblico della Biblioteca è: tutti i giorni, escluso il Sabato ed i festivi, dalle ore 9.00 alle ore 12.00, dalle ore 15.00 alle 18.45.
Dal 1 al 15 agosto la Biblioteca rimane chiusa.
Il materiale manoscritto è interamente microfilmato ed a disposizione del pubblico, pertanto la consultazione diretta degli originali è soggetta a restrizioni e viene consentita solo su prenotazione. Altre limitazioni sono previste per la consultazione del materiale raro e di pregio. Senza restrizioni è la consultazione e il prestito del materiale corrente, sul quale si effettuano anche prestiti interbibliotecari.
La Biblioteca svolge su richiesta un servizio di microfilmatura. |