La mostra propone una lettura artistica dell’importanza che il legatore fiorentino settecentesco Giuseppe Pagani ebbe nella storia del libro. Attraverso un’installazione nella sala delle Esposizioni della biblioteca viene raccontata la tecnica sviluppata da Pagani per la decorazione dei libri prima che i suoi strumenti di lavoro, i cosiddetti punzoni, venissero distrutti dall’alluvione che colpì Firenze nel 1758. Simili a i timbri, i punzoni sono piccole aste di acciaio duro incise da un’abbreviazione, una lettera o un disegno, utilizzati per impreziosire le copertine dei libri. Pagani faceva ripetuto utilizzo dei punzoni per i volumi che realizzava insieme allo stampatore Bernardo Paperini per committenti in tutta Europa. Tra i principali clienti della sua bottega presso le Scalere di Badia, per la quale pagava un affitto di “otto scudi e un’oca”, vi era il suddecano Gabriello Riccardi. Dal loro sodalizio derivano i 674 volumi tuttora conservati presso la sala delle esposizioni.
Il progetto è promosso dal già Direttore Generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, James M. Bradburne e deriva da una ricerca scientifica condotta dalla già Restauratrice della Biblioteca Nazionale Braidense, Renza Bani.
Accompagna la mostra il Catalogo per Simboli dei Punzoni di Pagani, pubblicato da Shibboleth e stampato da 5X Letterpress.