
Fino al 2 ottobre 2025, la Biblioteca Marucelliana di Firenze ospita la mostra La Libreria non fa l’omo Letterato. I Proverbi toscani nelle incisioni di Giuseppe Piattoli (1786-1788), una preziosa occasione per presentare al pubblico due recenti acquisizioni: un album di incisioni, prima raccolta dei Proverbi toscani, e l’acquaforte raffigurante La famiglia del granduca Pietro Leopoldo, due pietre miliari nella produzione artistica settecentesca del periodo lorenese, che integrano e arricchiscono il patrimonio grafico della Biblioteca e documentano, in maniera più esaustiva, il corpus di opere dedicate all’artista fiorentino.
Giuseppe Piattoli
Appartenente a una famiglia di artisti, Giuseppe Piattoli (1742-1823) fu uno degli ultimi rappresentanti della pittura tardo barocca in Toscana. Le sue opere testimoniano una professionalità multiforme, capace di muoversi liberamente dall’arte sacra alla ritrattistica, dalla grafica fino all’incisione, disciplina che lo fece conoscere anche al di fuori dei confini italiani: celebri in questo campo le sue serie sul folclore, incentrate sui Proverbi toscani e sui Giochi, Intrattenimenti e Feste annue, oltre a soggetti di genere umoristico come Le burle del Pievano Arlotto e Lo sposalizio di Marfisa.
I Proverbi toscani
Sono due album di acqueforti acquerellate, disegnate dal Piattoli e incise da Carlo Lasinio (1759-1838), entrambi professori dell’Accademia di Belle Arti di Firenze: pubblicate a distanza di soli due anni (1786-1788), queste incisioni, raffiguranti scenette di costume accompagnate da massime espresse talvolta in forma di rima, espressioni della saggezza popolare, si diffusero fin dall’età del Rinascimento, ed ebbero un continuo apprezzamento nei secoli successivi, come dimostrano i ventuno Proverbi di Niccolò Nelli del 1564 e i quarantotto Proverbi figurati di Giuseppe Maria Mitelli del 1678. Ogni volume dei Proverbi toscani è composto da un frontespizio e da quaranta incisioni colorate a mano, nelle quali domina uno spirito toscano pungente, consono ai soggetti descritti, espressione anche di una bonaria satira di sapore pariniano nei confronti delle viziose e corrotte abitudini dell’aristocrazia e del ceto medio, di cui si dimostra esemplare il disegno che dà il titolo alla mostra, La Libreria non fa l’omo Letterato, nel quale il pittore ironizza sulla vuota ostentazione intellettuale di parte dei nobili di fine Settecento.
La mostra
Per comprendere la portata innovatrice delle opere in mostra, il percorso espositivo (a cura di Fabio Sottili e Maria Beatrice Sanfilippo, coordinamento scientifico di Silvia Castelli) consente di focalizzare il dialogo e il confronto tra le opere incisorie e i disegni preparatori, molti dei quali provenienti da collezioni private, e in massima parte appartenuti al celebre storico dell’arte Giuliano Briganti.