Presso Palazzo Reale a Milano è stata allestita la mostra
Caravaggio e l'Europa. Il movimento caravaggesco
internazionale da Caravaggio a Mattia Preti, in
programma dal 15 ottobre 2005 al 6 febbraio 2006.
La mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali e dal Comitato nazionale per le
celebrazioni del terzo centenario della morte di Mattia
Preti, presieduto da Vittorio Sgarbi,
sarà realizzata dal Comune di Milano, con la partecipazione
della Regione Lombardia, e dal Liechtenstein Museum di Vienna. Il
coordinamento generale è di Gilberto Algranti e
l'organizzazione di Tekne Associazione Culturale.
Ponendosi come seguito ideale della
memorabile rassegna su Caravaggio che lo storico dell'arte Roberto
Longhi curò proprio a Palazzo Reale nel 1951, l'evento
conclude le manifestazioni legate al terzo centenario della
morte di Mattia Preti (1613-1699), l'ultimo importante
protagonista del movimento caravaggesco: viene infatti indagato e
illustrato quell'irripetibile momento creativo che durò una
quarantina d'anni, dal 1595 al 1635 circa , ossia dai primi anni
del soggiorno romano di Caravaggio, agli anni trenta del Seicento,
quando giunge a Roma Mattia Preti, ultimo epigono del caravaggismo,
e si profila già l'irruente nascita del Barocco, favorita
dal mecenatismo della potente famiglia del papa regnante, Urbano
VIII Barberini.
Lo studio di questo particolare fenomeno
artistico che può essere considerato come il primo a
carattere europeo, viene affrontato con un'esposizione che si
presenta come la più completa rassegna mai dedicata al
movimento caravaggesco con circa centocinquanta opere in
esposizione. Con l'intento di abbracciare l'intero
panorama di questo movimento e perseguendo il principio di un alto
livello qualitativo, l'evento comprenderà l'esposizione di
numerosi capolavori del grande Maestro, ispiratore per decine
d'importanti pittori italiani e stranieri che subirono la sua
influenza e che saranno presenti alla mostra con le loro opere
più rappresentative.
Si tratta di un momento cruciale
della storia dell'arte che, facendo da spartiacque
tra il cosidetto periodo del Manierismo e
l'età barocca, apre la strada ai nuovi esiti delle
correnti artistiche europee fino alla fine del XVII secolo. Un
movimento che nasce in una Roma che ha ormai superato il trauma
dello scisma luterano e che si sviluppa sotto il dominio di quattro
importanti pontefici: Clemente VIII Aldobrandini (regnante dal 1592
al 1605 ), Paolo V Borghese ( 1605-1621 ), Gregorio XV Ludovisi (
1621-1623 ) e Urbano VIII Barberini ( 1623-1644 ).
La manifestazione è stata curata da un
prestigioso comitato scientifico, presieduto da Vittorio
Sgarbi, di cui fanno parte eminenti studiosi
internazionali – Sergio Benedetti, Piero Boccardo,
Caterina Bon di Valsassina, Mina Gregori, Liesbeth M. Helmus, David
Jaffé, Johann Kräftner Antonio Paolucci, Wolfgang
Prohaska, Luigi Spezzaferro, Nicola Spinosa, Claudio Strinati e
Rossella Vodret, con la partecipazione di Gianni Papi,
curatore della mostra “Il genio degli anonimi. Maestri
caravaggeschi tra Roma e Napoli” – e ha visto la
partecipazione dei principali enti museali d'Europa.
Uno spazio è stato destinato ad una
sezione documentaria che ricorda la mostra longhiana del
1951, sottolineando anche l'attenzione ormai storica delle
esposizioni milanesi, in particolare a Palazzo Reale, ai fatti
caravaggeschi, e l'impegno profuso per offrire a studiosi e grande
pubblico eventi di grandissimo valore culturale e mediatico.
All'interno del suo percorso, inoltre,
l'esposizione propone una vera e propria mostra nella
mostra, con la sezione dedicata a Ribera;
sono infatti presenti, tutti i insieme, i quadri dell'ex Maestro
del Giudizio di Salomone (dal 2002 identificato da Gianni Papi con
la fase romana del pittore spagnolo), a fianco di alcuni dipinti
giovanili già assegnati a Ribera. L'eccezionale
sequenza di capolavori e la precocità della
produzione romana dell'artista (1611 circa - 1616) costituisce - e
la mostra ne sancisce con grande rilievo la portata scientifica -
un nuovo, decisivo capitolo, che modificherà, da questo
punto di inizio in poi (proprio dalla mostra di Milano-Vienna,
dunque), gli studi sul Seicento.
Complemento a questo articolato percorso
narrativo è la mostra Il genio degli
anonimi. Maestri caravaggeschi a Roma e a Napoli,
curata da Gianni Papi, un' assoluta novità critica dedicata
a quelle personalità dimenticate, artisti ancora anonimi, ma
di uno spessore artistico tutt'altro che marginale. Sono
personalità perdute, vissute in un periodo incredibilmente
fecondo, toccate dalla grazia di un linguaggio che non prevedeva
studi accademici, tirocini sterili in bottega: bastava solo avere
il modello davanti, bastava avere talento, per dipingere da subito
le figure, composizioni sensuali e drammatiche, rielaborate spesso
dalle rivoluzionarie iconografie che Caravaggio aveva fornito nella
sua stagione romana e poi a Napoli nei suoi due brevi soggiorni.
Sono trentasette le tele, esposte nelle sale delle Cancellerie di
Palazzo Reale, riunite per la prima volta in un solo luogo con la
volontà esplicita di confrontarle e indagarle in modo
accurato e approfondito.
Lasciato Palazzo Reale, la mostra si
sposterà a Vienna dal marzo del 2006, presso il
Liechtenstein Museum, che la ospiterà nelle
splendide sale recentemente restaurate e riaperte al pubblico solo
nel marzo scorso.
A chiusura dell'esposizione
milanese verrà organizzato un importante
convegno di studi sul Caravaggismo e sugli
aggiornamenti e considerazioni scientifiche emerse dalla mostra; a
questo convegno prenderanno parte i più eminenti studiosi
internazionali, e di cui saranno pubblicati gli atti.
Per
ulteriori informazioni:
http://www.tekne-eventi.com/incorso.html