In occasione della festività
di Sant’Ilario, patrono della città,
in Cattedrale viene ufficialmente riaperta la Cappella del
Comune, finora chiusa per restauri: venerdì 13
gennaio 2006, al termine della celebrazione della Santa Messa, che
si terrà alle ore 17.
La S. Messa, presieduta dal Nunzio
Apostolico, Mons. Paolo Romeo, appositamente invitato in occasione
della solennità cittadina, verrà concelebrata dal
Vescovo, Mons. Cesare Bonicelli, unitamente agli altri Vescovi di
origini parmigiane, Mons. Binini, Mons. Gibertini e Mons.
Franceschini. Al termine della Messa, i celebranti e i
rappresentanti del Comune si recheranno processionalmente nella
cappella del Comune dove, con la cerimonia di accensione della
lampada votiva, si riprenderà una antica usanza a suggello
del rapporto di collaborazione fra Municipalità e Diocesi.
Verranno poi illustrati i lavori di restauro che hanno interessato
gli apparati decorativi della cappella.
I restauri degli affreschi della Cappella
della Municipalità, dedicata a San Sebastiano e, per una
ragione agiografica legata al culto di santi, anche a San
Sebastiano Papa, sono stati promossi dal Servizio Beni culturali
del Comune di Parma e dalla Fabbriceria della Basilica Cattedrale
di Parma, sotto la direzione e l’alta sorveglianza della
Soprintendenza per il Patrimonio storico, artistico ed
etnoantropologico di Parma e Piacenza.
Diretti da Francesco Barocelli (Direttore
Servizio Beni culturali del Comune di Parma) e da Gualtiero
Savazzini (Presidente Fabbriceria della Basilica Cattedrale di
Parma), con la supervisione scientifica di Giovanna Damiani
(Soprintendente per il Patrimonio storico, artistico ed
etnoantropologico di Parma e Piacenza), sono stati eseguiti dal
restauratore Bruno Zanardi (Università di Urbino).
Il sindaco Elvio Ubaldi, dopo aver visitato
gli affreschi ‘strappati’ agli inizi del Novecento
dalla Cappella del Comune e fin da subito collocati nella Cappella
Bernieri (la prima a destra rispetto all’ingresso) e
attualmente in corso di restauro, si recherà nella
restaurata Cappella del Comune per accendere la lampada votiva
opera dello scultore Gianantonio Cristalli, - autore anche di altre
realizzazioni artistiche nelle chiese della Diocesi e nel Duomo di
Fidenza - donata dalla famiglia Alessandrini il 13 dicembre
scorso alla città di Parma per commemorare, in occasione del
IX centenario della Cattedrale, la figura di Sergio Alessandrini,
storico imprenditore edile parmigiano.
“Il nono centenario della
Cattedrale di Parma vede da tempo il Comune a fianco della Diocesi
nel celebrare quest’evento solenne, che interessa tutta la
comunità civile. In particolare, l’Amministrazione
civica ha ritenuto di contribuire ai lavori di restauro e di
valorizzazione del monumento religioso con un proprio significativo
intervento: il restauro della Cappella del Comune, realizzata in
Duomo dalla Municipalità nei primi decenni del ‘400 e
che ora, d’intesa con la Diocesi di Parma e la Fabbriceria
della Cattedrale e con la supervisione della competente
Soprintendenza, viene restituita all’originale
splendore”, afferma il sindaco di Parma, Elvio
Ubaldi. “Con questa testimonianza di
partecipazione della Municipalità al culto e alla storia
della Cattedrale, si rinnova una tradizione antica, sulla quale
riposa anche nel presente l’identità civile e
religiosa della nostra comunità”.
“La Cappella del Comune viene
riaperta in occasione della ricorrenza di Sant’Ilario,
patrono della città, la festa più espressiva della
presenza del Comune a Parma, poiché la figura di Ilario di
Poitiers come protettore fu scelta proprio dalla
Municipalità nel Duecento”, afferma
Monsignor James Schianchi, delegato del Vescovo
nel Comitato Nazionale per il IX centenario della Cattedrale di
Parma e membro del Capitolo della Cattedrale. “La
Cappella restaurata è espressione della presenza della
Chiesa in città. In epoche di non separazione tra diocesi e
comunità civile, la Cattedrale era la casa cittadina. Nel
contempo, la Cappella indica la presenza della Municipalità
nella Chiesa madre. Di grande valore, dunque, è la
collocazione della lampada, opera dello scultore Cristalli, donata
dalla famiglia Alessandrini alla Cattedrale, intesa come simbolo di
elevazione e di preghiera per la città”.
“I restauri riguardano la volta e
la parete di fondo della Cappella del Comune e i vasti frammenti di
affresco tolti da questa e appoggiati momentaneamente nella
Cappella Bernieri”, afferma la Soprintendente
Giovanna Damiani. “La scopritura della
volta ha fatto emergere nelle vele, completamente scialbate, dei
tondi che contengono il torello, simbolo del Comune di Parma, e nei
costoloni, trattati con una finta mattonatura dipinta, delle
decorazioni molto vicine all’originale. Sui frammenti di
affresco strappati e collocati in un'altra cappella i restauri
saranno avviati nei prossimi giorni. I lavori, comunque, sono
ancora in corso per quanto riguarda le conclusioni definitive,
anche nella Cappella del Comune, dove ho richiesto ulteriori
analisi e verifiche. Questo restauro è un lavoro di scavo,
molto più raffinato e complesso di quanto possa apparire,
perché auspichiamo che, una volta terminati i restauri, si
possa formulare un’ipotesi sulla strana vicenda di questa
Cappella, i cui affreschi, sia quelli strappati che quelli
sottostanti - e questo è un evento davvero singolare -
appartengono tutti alla stessa epoca storica”.
“E’ un restauro significativo
perché è il degno coronamento di un’antica e
fattiva collaborazione tra la Fabbriceria e il Comune - fino al
1929, i quattro componenti della Fabbriceria venivano nominati
direttamente dal Vescovo e dal Sindaco; oggi, cinque vengono
designati dal Ministero degli Interni e gli altri due dal Vescovo -
proprio nell’anno del IX centenario della
Cattedrale”, sottolinea l’ingegner
Gualtiero Savazzini, Presidente della Fabbriceria
della Basilica Cattedrale di Parma.
“La cappella del Comune nel Duomo
di Parma è la testimonianza dell’intreccio dei
rapporti e delle vicende che nella storia l’istituzione
civica e la diocesi hanno conosciuto”, spiega
Francesco Barocelli, direttore del Servizio Beni
culturali del Comune. “E’ una caratteristica delle
città d’Italia dotarsi nel Medioevo di un luogo
liturgico dove si riflette la religiosità cittadina. Non
è un caso che la Cappella porti nell’ancona, accanto a
Maria Vergine e il Bambino, la figura di Sant’Ilario, patrono
della città. Nello stesso quadro di Michelangelo Anselmi,
sta effigiato San Sebastiano. A lui è dedicata la Cappella
che la Municipalità volle edificata e decorata tra il 1411 e
il 1436. Sono le scene della Conversione e del Martirio di San
Sebastiano, quelle che troviamo raffigurate sulle pareti per mano
di un pittore di Parma, che arieggia i modi della cultura pittorica
del Nord Italia tra Emilia e Lombardia in pieno Quattrocento. Si
tratta di Bertolino de’ Grossi e della sua bottega. Il motivo
che occasionò la commissione di questi affreschi è
certamente una delle tante pestilenze a cui fu esposta la
città. Ma va anche ricordato come San Sebastiano sia stato
uno dei co-patroni di Parma. L’importanza di questo recupero
è tanto più significativa, se consideriamo che nella
storia la Chiesa conobbe ‘strappi’ di affreschi e
scialbature, tanto da veder alterato il significato originario. Con
questo risarcimento si rende ragione alla devozione storica e,
insieme, al significato cultuale e culturale che la Cappella della
Municipalità porta con sé, con la propria ricca
eredità d’arte, nel contesto di quello splendido
monumento che è il Duomo di Parma”.
“La storia conservativa della
Cappella è piuttosto complessa”, spiega il
restauratore Bruno Zanardi. “Gli
affreschi furono imbiancati con calce, almeno un paio di volte,
dalla metà del Seicento in poi. Negli anni Trenta
dell’Ottocento, furono riscoperti e restaurati una prima
volta. Agli inizi del Novecento, ci si accorse che lo strato in
vista ne aveva un altro sottostante, per cui si staccò lo
strato in vista e si rimise in luce quello sottostante. Gli
affreschi strappati furono collocati su supporti mobili e applicati
sul muro di sinistra della Cappella Bernieri. Lì furono
sostanzialmente dimenticati, pur essendo quella la
‘vera’ decorazione della Cappella del Comune. Insomma,
gli affreschi rimessi in vista agli inizi del Novecento non sono la
versione definitiva della decorazione. E’ un episodio
curioso: sono stati tolti gli affreschi giudicati come definitivi
dall’artista e dal committente. Peraltro, affreschi quasi
coevi a quelli rimessi in vista. E’ un piccolo mistero:
perché fu rifatta, praticamente in tempo reale, la
decorazione della Cappella? Non sembra che si tratti di un
cambiamento iconografico o di stile… E poi perché si
decise di strappare gli affreschi e di abbandonarli a se stessi?
Questi non possono essere ricollocati nella Cappella del Comune,
perché al di fuori di qualsiasi metodo storico accettabile,
ma è necessaria sia una revisione del restauro eseguito
nella cappella del Comune negli anni Novanta del Novecento, sia una
presentazione estetica più dignitosa degli affreschi
strappati”.