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Ernesto Schiaparelli e l'architetto Kha

All'Accademia delle Scienze di Torino, il 6 dicembre 2006, l'interessante convegno.

Il 6 dicembre 2006 l'Accademia delle Scienze di Torino in collaborazione con   l'Associazione Amici e Collaboratori del Museo Egizio e l'Università degli Studi di Torino organizza un convegno dal titolo Ernesto Schiaparelli e l’architetto Kha. Il convegno si terrà nella Sala dei Mappamondi dell'Accademia delle Scienze di Torino (Via Accademia delle Scienze 6).
L'ingresso è libero sino ad esaurimento posti

"La grande scoperta" - il sogno di molti archeologi, arrise ad Ernesto Schiaparelli, eminente egittologo italiano, fin dai primi anni delle sue ricerche in Egitto. Nel 1906, sedici anni prima della scoperta della tomba di Tutankhamen - un faraone! - gli riuscì, sempre nella stessa regione tebana, di ritrovare quello che è rimasto il gioiello dell'insediamento di Deir el-Medina, l'antico villaggio di operai addetti alla preparazione delle eterne dimore dei faraoni: la tomba dell'architetto Kha.

Non è un caso se nello stesso anno l'insegnamento dell'egittologia, tenuto nell'Ateneo torinese dal Prof. Francesco Rossi, fu elevato - per la prima volta in Italia - a cattedra universitaria. L'Egitto è sempre stato un punto di riferimento sensibile. Dopo la scoperta della tomba di Tutankhamen nel 1922, a Roma fu aperto un insegnamento di egittologia affidato a Giulio Farina, che negli anni Trenta sarebbe venuto a succedere allo Schiaparelli nella direzione del Museo Egizio.

Furono anni quelli, densi non solo di scoperte ma anche di ricerche scientifiche fruttuose, che videro in prima fila - anche nell'ambito internazionale e a differenza di oggi - il Museo Egizio di Torino. E' quanto l'Accademia delle Scienze intende celebrare, dedicando un'intera giornata di studi all'argomento nel prossimo 6 dicembre presso la Sala dei Mappamondi, per ricordare una ricorrenza importante: 150 anni dalla nascita di Ernesto Schiaparelli ad Occhieppo Superiore, presso Biella; e un secolo dalla scoperta della tomba intatta dell'architetto Kha nel corso degli scavi a Deir el-Medina.

Questo luogo, anticamente abitato da una comunità di artigiani, per la sua posizione appartata, fuori dalle coltivazioni, ha conservato un numero eccezionale di cimeli, per quantità e varietà, ed ha fornito al Museo Egizio la parte più cospicua del suo patrimonio archeologico. A differenza delle ricerche indiscriminate eseguite al principio del XIX secolo per conto del piemontese Bernardino Drovetti, di Barbania, Console Generale di Francia ad Alessandria, i lavori dello Schiaparelli - coadiuvato da diversi collaboratori di valore tra cui il comasco Francesco Ballerini, purtroppo morto prematuramente - furono improntati ad una accurata descrizione del rinvenimento, affiancata dall'applicazione della tecnica fotografica, allora uno strumento di avanguardia di cui Schiaparelli era divenuto un appassionato cultore.

La pubblicazione della tomba di Kha, nel 1922, è ancora oggi un'opera monumentale, dovuta al mecenatismo della Casa Reale, che aveva finanziato anche gli scavi. In essa si legge la descrizione di come fu rinvenuto lo straordinario corredo, interamente trasportato a Torino per concessione di Gaston Maspero, che allora dirigeva il Servizio delle Antichità egiziano e che nutriva una stima particolare per il suo ex-allievo Ernesto Schiaparelli. Questi fu altresì membro dell'Accademia delle Scienze e dell'Accademia dei Lincei e divenne Senatore del Regno, ma fu egualmente benemerito per il sostegno accordato alle missioni italiane di beneficenza all'estero. Uomo di fede, la sua religiosità lo aveva agevolato nella successione nel 1894 al predecessore Ariodante Faretti, altro illustre studioso (nel campo dell'archeologia classica), membro tra l'altro dell'Académie des Inscriptions et Belles Lettres di Parigi, noto per la sua professione di ateismo. Infine uno dei discepoli di Ernesto Schiaparelli, il Prof. Giuseppe Botti ha ricoperto la prima Cattedra di egittologia istituita dopo la Seconda Guerra Mondiale, presso l'Università di Roma "La Sapienza".

E' necessario aggiungere che gli studi condotti successivamente hanno messo in evidenza ad esempio lo spaccato sociale che si rispecchia nella composizione della suppellettile di Kha: dagli oggetti di origine regale - dono del faraone o provenienti dal palazzo - fino a quelli più umili dell'uso quotidiano e domestico, in una famiglia in cui non tutti erano versati nella conoscenza dei geroglifici. L'epoca in cui visse Kha fu un periodo di prosperità e di grande sviluppo delle arti, che trova puntualmente riscontro nell'eleganza e delicatezza di parecchi manufatti.

La capacità di riflettere le condizioni di vita di gente relativamente comune è appunto il grande apporto dell'area archeologica di Deir el-Medina che ha procurato alle conoscenze moderne un'ampiezza di orizzonti sociali e culturali quale si possiede normalmente solo nei periodi ellenistico e romano, ossia oltre mille anni più tardi. Questo patrimonio è ancora ampiamente da esplorare e da acquisire, applicando competenze che si possono raggiungere solo dopo lunghi studi, ed è questo anche uno dei progetti della Cattedra di egittologia che l'Università di Torino ha reistituito nel 2005.

Il programma completo dell'evento:

ORE 9.30

Saluti di Angelo Raffaele Meo, Presidente dell'Accademia delle Scienze di Torino; Ezio Pelizzetti, Rettore dell'Università degli Studi di Torino; Beppe Moiso, Presidente dell'Associazione Amici e Collaboratori del Museo Egizio

presiede Sergio Donadoni (emerito dell'Università di Roma "La Sapienza")

Anton io Loprieno (Universität Basel), Gli scavi italiani in Egitto nel contesto dell'attività archeologica europea

Alessandro Bong io anni (Torino), Ernesto Schiaparelli e l'egittologia torinese ai primi del Novecento

Beppe Moiso (Torino), La persona di Ernesto Schiaparelli e la sua attività a Tebe

Rita Lucarelli (Universität Bonn), Il Libro dei Morti dell'architetto Kha

ORE 15.00

presiede Salvatore Settis(Scuola Normale superiore di Pisa)

Anna Maria Donadoni Roveri (già Soprintendente del Museo Egizio di Torino), La tomba di Kha: ritrovamento e corredo

Elvira D'Amicone (Soprintendenza archeologica del Piemonte), Le misure dell'arte e i cubiti di Kha

Silvia Einaudi (Torino), I sarcofagi di Kha

Barbara Russo (Università di Torino), La posizione sociale e amministrativa di Kha nel contesto della prima metà della XVIII dinastia

Silv io Curto (Accademia delle Scienze di Torino), Criteri adottati per l'allestimento museale della tomba di Kha

Alessandro Roccati (Università di Torino), Ritorno a Deir el-Medina


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