Al motto «In Italia la cultura è viva, vivi la
cultura», è ormai alle sue battute finali la
“VIII settimana della cultura”.
L'iniziativa, con un’agenda ricca di appuntamenti iniziata
il 2 aprile scorso, è stata promossa dal Ministero per i
Beni e le Attività Culturali con l’obiettivo di dare
visibilità alle risorse artistiche del Paese.
Non è rimasta insensibile la Biblioteca Universitaria di
Pisa che ha colto l’occasione per proseguire il suo programma
di manifestazioni culturali, questa volta con la presentazione del
libro ”Su anima e terra. Il valore psichico del luogo”
della psicoterapeuta italo-argentina Elena Liotta.
L’evento, svoltosi nel pomeriggio del 6 aprile presso la
Sala Storica della biblioteca, ha visto la partecipazione di un
pubblico di qualità, legato alle associazioni “Casa
Della Donna” e “Silvano Arieti”, promotrici
dell’incontro. Entrambe le associazioni sono nate senza scopo
di lucro e con l’intento di promuovere attività
sociali e di sviluppo della città di Pisa; la prima si
è costituita nel gennaio 1996 per iniziativa di un gruppo di
donne e femministe, mentre l’Associazione Silvano Arieti
è nata nell’aprile 2001 per volontà e passione
di un gruppo di psichiatri, psicoanalisti e docenti
universitari.
Ad impreziosire l’evento, la partecipazione della stessa
Elena Liotta. Secondo la studiosa, il libro è una sintesi su
tematiche complesse quali, fra le altre, il rapporto tra
multiculturalismo e femminismo; la psicologa si è soffermata
a lungo sulla sua esperienza di viaggiatrice ed emigrante: di
particolare significato le sue origini argentine, gli studi in
Venezuela e la sua profonda conoscenza delle più importanti
città del mondo. L’autrice ha proseguito
puntualizzando il significato anche politico del suo lavoro ed ha
condiviso con il pubblico le sue riflessioni sul tema della
nostalgia che può colpire l’esule, il viaggiatore e
chiunque si trovi costretto ad allontanarsi dalla sua terra.
Di particolare significato sono stati gli interventi di tre acute
relatrici. La dottoressa Virginia del Re ha
iniziato offrendo una panoramica su diversi temi del libro, quali
il trauma della fuga e dell’esilio, il significato del
ritorno alle proprie origini e il viaggio come esperienza
interiore. La professoressa Paola Bora,
docente della Scuola Normale, citando le scrittrici Virginia Woolf
ed Alice Walker e lo psicologo Donald Winnicott, si è
soffermata invece sul disagio femminile legato alla concezione
tradizionalmente maschile dello spazio e sul concetto di
“spazio potenziale”.
La psicanalista Letizia Oddo ha poi terminato
con un intervento incentrato sul senso di appartenenza e sul
multiculturalismo che caratterizza ormai la società
contemporanea; la paura del nuovo, che va di pari passo con la
tranquillizzante comodità di ciò che si conosce,
rende necessaria una mediazione fra diverse identità per
evitarne l’imminente scontro.
La manifestazione si è chiusa con numerosi interventi del
pubblico che hanno dato modo all’autrice di soffermarsi su
tematiche particolari legate alla quotidianità. La
scrittrice ha raccontato di casi in cui persino il semplice
trasloco ha rappresentato un trauma rilevante per alcuni suoi
pazienti.
Ad Elena Liotta sono stati rivolti i complimenti
dei numerosi intervenuti ed in particolare della direttice della
Biblioteca, dottoressa Alessandra Pesante, che ha fortemente
sostenuto l’evento.