“Arbëreshë. La
memoria. I luoghi. I segni. Le voci”. È
il titolo di una mostra pannellare che sarà inaugurata
mercoledì 18 gennaio prossimo alle
ore 17,00 nel Salone monumentale della
Biblioteca Casanatense
a Roma, via di Sant’Ignazio,
52.
Interverranno, dopo il saluto del Direttore
della Biblioteca, Angela Adriana Cavarra, il Capo
Dipartimento dei Beni Archivistici e Librari Salvatore
Italia, il Direttore Generale Luciano
Scala, il Presidente del Comitato sulle Minoranze
Pio Rasulo con le testimonianze di
Pierfranco Bruni, Coordinatore del Progetto e
Francesco Sicilia, Capo Dipartimento per i Beni
Culturali e Paesaggistici. Il lavoro è abbastanza ampio
tanto che ha permesso di istituire un Comitato Nazionale. Le
conclusioni sono state affidata al Sottosegretario al Ministero per
i Beni e le Attività culturali Nicola
Bono.
Il percorso rientra in un progetto
sulla valorizzazione delle minoranze etnico linguistiche in
Italia, promossa dal Comitato Nazionale delle
manifestazioni culturali per la tutela e la valorizzazione della
lingua e dei patrimoni culturali delle minoranze
etnico-linguistiche in Italia.
La mostra è nata sulla base di uno
studio sul tema: “Arbëreshë. Cultura e
civiltà di un popolo”, al quale ha lavorato
Pierfranco Bruni, coordinatore del progetto del MiBAC riferito alla
valorizzazione dei beni culturali nelle comunità di
minoranze etnico – linguistiche.
La ricerca analizza modelli ed elementi
storici, culturali, antropologici degli Italo – Albanesi.
Sono stati affrontati aspetti particolari e in modo predominante si
è cercato di sottolineare l’importanza tra letteratura
e appartenenza attraverso una griglia di capitoli, che pongono
all’attenzione l’idea di identità, di
appartenenza, di viaggio in una visione sia estetica sia storica
sia antropologica.
“Sono stati realizzati, sottolinea
Pierfranco Bruni, dei tracciati ad incastro. Per questo si trovano,
come in una griglia di un mosaico, scrittori, paesi, luoghi,
elementi artistici e letterari. Uno sviluppo a rete della ricerca
perché l’obiettivo, in fondo, era quello di insistere
sul tema dell’identità in una dimensione eterogenea e
vasta come proposta problematica. Il filo che unisce è
quello del patrimonio culturale dell’etnia italo –
albanese. Un filo che lega i vari punti nella riflessione che
questa civiltà è un bene culturale che va chiaramente
tutelato e conservato ma anche valorizzato e partecipato nelle sue
varie componenti. Dalla storia ai luoghi, dalla letteratura alle
biblioteche, dalle riviste al rapporto tra le diverse culture. Un
penetrare, di volta in volta, realtà che alla fine si
amalgamano da sole. Ciò che maggiormente si è cercato
di fare è stato quello di proporre delle tesi non perdendo
di vista mai il legame con la storia, la realtà, i
documenti”.
La ricerca vuole anche essere un invito ad
approfondire maggiormente quei riferimenti che possono aprire
strade nuove su valenze comparative sia sul versante scientifico
che su quello pedagogico. Con questa ricerca, infatti, non si
intende chiudere un discorso. Anzi si lasciano aperte numerose
strade in virtù di un convinto successivo confronto e di
ulteriori stimoli che serviranno a portare un contributo serio alla
valorizzazione di queste comunità.
"Il Ministero per i beni e le attività
culturali, in linea con le normative vigenti e in particolare con
la legge 482/99, ha avviato una serie di iniziative per il
recupero, la promozione e la valorizzazione di quelle tradizioni
etnico - linguistiche che hanno fortemente caratterizzato il nostro
territorio, fino a divenirne parte integrante, con lo scopo di far
emergere e conoscere, da un lato la storia delle comunità,
dall'altro di vederne il riflesso e le sedimentazioni nella cultura
italiana senza trascurarne i riferimenti e gli aspetti
antropologici e religiosi". Così scrive Francesco Sicilia,
Capo Dipartimento per Beni Culturali e paesaggistici, nella
presentazione di questo studio che fa parte della collana dei
"Quaderni di Libri e Riviste d'Italia".
Il "Quaderno", in distribuzione in questi
giorni, composto di pagine 456, rientra in un progetto volto a
favorire la conoscenza e la conservazione della cultura Arbereshe,
una cultura che ha una tradizione millenaria nel nostro Paese,
poiché trae origine da un costante e antico rapporto di
osmosi tra le popolazioni della costa orientale dell'Adriatico e le
regioni del Centro e Sud Italia.
La mostra, con ingresso gratuito, che si
svolgerà nel Salone della Biblioteca
Casanatense verrà inaugurata il 18 gennaio
2006 alle ore 17,00 e resterà aperta sino
al prossimo 4 febbraio. Nel corso della serata di
inaugurazione della mostra verrà distribuito il Catalogo che
si presenta in una elegante veste editoriale, tutto a colori, e con
dei documenti fotografici di estremo interesse.