Descrizione |
Situato nello storico Palazzo Castellani, nel centro di Firenze, il Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza rappresenta una delle principali istituzioni a scala internazionale attive nella museografia scientifica, nella produzione di iniziative per la diffusione della cultura scientifica e nelle attività di documentazione e di ricerca. Inaugurato nel 2010, il Museo conserva ed espone le collezioni medicee e lorenesi di strumenti scientifici, collocate originariamente prima in Palazzo Vecchio, poi nella Galleria degli Uffizi assieme alle preziose collezioni artistiche e, successivamente, nel Museo di fisica storia naturale fondato nel 1775 da Pietro Leopoldo di Lorena.
L’esposizione è disposta su tre piani del palazzo per un totale di 21 sale, e si articola secondo criteri tematici.
Al piano terreno la sezione interattiva hands-on dedicata a “Galileo e la misura del tempo” permette ai visitatori, grazie a modelli interattivi e touch screen, di esplorare alcuni strumenti galileiani e comprendere il funzionamento di antichi orologi meccanici.
Il primo piano ospita la collezione medicea che vanta alcuni fra i più antichi astrolabi conosciuti, bellissimi quadranti, orologi solari e notturni, compassi, bussole e strumenti nautici, spesso oggetti di grande raffinatezza artigianale eseguiti da alcuni dei più illustri artefici toscani e stranieri. Vi si trovano anche gli strumenti originali di Galileo Galilei, quali il compasso e il cannocchiale, nonché i termometri e gli apparati sperimentali dell’Accademia del Cimento (1657-1667), i microscopi e gli strumenti meteorologici. Da segnalare la sala dei globi e delle sfere, tra cui spicca per la sua eccezionalità la grande sfera armillare costruita da Antonio Santucci tra il 1588 e il 1593 per Ferdinando I de’ Medici.
Al secondo piano è esposta una ricca serie di apparecchiature di notevole interesse e bellezza, prevalentemente di età lorenese, che si riferiscono a meccanica, elettrostatica e pneumatica. Altre sezioni sono dedicate agli orologi meccanici, agli strumenti di misura, alla farmacia, alla chimica e a pesi e misure. La sezione dedicata alla medicina conserva suggestivi modelli di ostetricia in cera e terracotta, nonché la collezione dei ferri chirurgici di Giovanni Alessandro Brambilla. Il museo, la biblioteca specializzata, l'archivio, i laboratori multimediale, fotografico e di restauro svolgono una funzione integrata al servizio delle strategie di diffusione della cultura scientifica, di valorizzazione dei beni culturali tecnico-scientifici e di continuo affinamento delle ricerche di storia delle scienze e delle tecniche. |
Storia |
Fondato nel 1927 per iniziativa dell’Università di Firenze, l’Istituto e Museo di Storia della Scienza (IMSS) aveva per statuto il compito di raccogliere, catalogare e restaurare i reperti e gli apparecchi di interesse storico-scientifico. L'Università di Firenze concesse in comodato alla nuova istituzione le collezioni di strumentaria mediceo-lorenese, oltre a pregevoli fondi librari antichi.
La fondazione di tale Istituto si inquadra in un particolare contesto storico e culturale che vide svilupparsi a Firenze, a partire dagli anni Venti del secolo XX, una serie di iniziative rivolte alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio storico-scientifico: nel 1923 si costituì a Firenze il Gruppo per la tutela del patrimonio scientifico nazionale e, successivamente alla fondazione dell'IMSS, vi fu organizzata la Prima Esposizione Nazionale di Storia della Scienza (1929). Le prime sale espositive del museo, che si limitavano ad alcuni locali del primo piano di Palazzo Castellani, allora condiviso con altre istituzioni, furono inaugurate solennemente nel 1930. Il primo Presidente della neonata istituzione fu il Senatore Piero Ginori Conti. L'originaria impostazione del Museo si deve ad Andrea Corsini (1875-1961), che ne fu il direttore fino alla morte. Maria Luisa Righini Bonelli (1917-1981), che gli successe, diede ulteriore impulso al processo che nel corso di due decenni trasformò il museo in una moderna istituzione e in un centro di ricerca frequentato da studiosi italiani e stranieri. Dopo la disastrosa alluvione del 1966, l'esposizione fu estesa al secondo piano del palazzo, nel quale vennero sistemati gli strumenti che erano stati recuperati e restaurati grazie alla collaborazione di specialisti italiani e stranieri.
A partire dagli anni '80 del XX secolo, l’espansione registrata dall’Istituto e Museo di Storia della Scienza negli ultimi decenni e la forte crescita di visibilità delle attività museali e di organizzazione di esposizioni temporanee, molte delle quali hanno avuto successo a scala planetaria, hanno conferito al carattere museale del nostro ente una visibilità pubblica nettamente superiore rispetto a quelle di ricerca e documentazione sviluppate nell’Istituto. E questo, nonostante la crescita imponente delle raccolte librarie, l’impegno assiduo nella promozione della ricerca, la fitta pubblicazione di riviste e collane editoriali e l’investimento sempre più incisivo nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per costruire archivi digitali di straordinaria importanza per lo sviluppo della ricerca storico-scientifica.
Avviando alcuni anni fa un ambizioso progetto di riconcepimento delle molteplici funzioni svolte dal nostro ente (ricerca, documentazione, pubblicazione, alta formazione, conservazione e valorizzazione del patrimonio museale, diffusione della cultura scientifica, organizzazione di eventi convegnistici ed espositivi, ecc.), giunto a conclusione nel giugno 2010 con l’inaugurazione di ambienti museali radicalmente rinnovati negli spazi e nei contenuti, è sembrato opportuno far coincidere l’avvio del nuovo ciclo con l’adozione della nuova denominazione Museo Galileo, con il sottotitolo Istituto e Museo di Storia della Scienza, che svolge la funzione di collegamento con la storia precedente e ricorda che l’istituzione ha prestato, viene prestando e continuerà a prestare grande attenzione alle attività di documentazione e ricerca. |
Patrimonio documentale e altro |
La biblioteca del Museo Galileo è situata al 3° e 4° piano di Palazzo Castellani. I suoi locali, inaugurati nell'aprile 2002 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, e ideati dagli architetti Adolfo Natalini e Marco Magni, hanno valso all'Istituto il premio ‘Biblioteche in vetrina’, bandito dall'Associazione Italiana Biblioteche per la miglior biblioteca realizzata nel corso del biennio 2001-2002. La biblioteca del Museo Galileo è interamente dedicata alla storia della scienza e della tecnologia e costituisce pertanto un punto di riferimento fondamentale per gli studiosi di tutto il mondo interessati alla storia delle varie discipline scientifiche, all'evoluzione storica delle tecniche, alla strumentaria scientifica ecc. La biblioteca ha avuto nel corso degli ultimi 30 anni un imponente e continuo sviluppo fino a raggiungere gli oltre 170.000 pezzi fra volumi, opuscoli e materiale su supporto non cartaceo. I fondi antichi, complessivamente ca. 5.000 opere, sono particolarmente significativi, primo fra tutti il Fondo Mediceo-Lorenese costituito dalla collezione di testi scientifici raccolti nel corso dei secoli dalle due dinastie toscane. Di interesse anche i fondi ottocenteschi, dedicati principalmente alle discipline fisico-matematiche, e le raccolte speciali inerenti per lo più la medicina e le scienze naturali. La collezione in microfilm e microfiche ‘Landmarks of science’, indispensabile repertorio di fonti primarie per la storia della scienza, completa e integra i fondi speciali. Il fondo moderno, con centinaia di nuove acquisizioni annue e ca. 250 periodici correnti, propone un'ampia selezione di testi sulla storia della scienza, fra cui classici della scienza e della tecnica, letteratura secondaria, cataloghi di musei, esposizioni ed istituti scientifici, repertori bio-bibliografici dedicati alle singole discipline, ecc. I fondi archivistici conservati presso la biblioteca dell'IMSS rappresentano una preziosa raccolta di fonti manoscritte per la storia della scienza in generale e per quella fiorentina in particolare. Il nucleo indubbiamente più rilevante, e non solo per il panorama toscano, è costituito dall'Archivio del Reale Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze. Di notevole importanza anche i documenti raccolti nell'Archivio dei Congressi degli Scienziati Italiani. La biblioteca possiede inoltre il fondo Fabbroni (raccolta di lettere e documenti che attestano l'intensa attività di ricerca scientifico-naturalistica di Giovanni Fabbroni, dal 1805 al 1822 direttore del Reale Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze), il fondo Corsini (costituito dall'ampio carteggio di Andrea Corsini, primo direttore dell'Istituto e Museo di Storia della Scienza) e il fondo Rossi (contenete le carte dello storico della filosofia e della scienza Paolo Rossi).
Orario di apertura: Lunedì-Venerdì: 9.00-16.30; Sabato: 9.30-13.00. Distribuzione: Lunedì-Venerdì: 9.00-13.00/14.00-16.00; Sabato: 9.30-12.30 |