Descrizione |
La Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, sorta per volere testamentario del conte Guglielmo Coronini Cronberg (1905-1990), è un ente morale con personalità giuridica, riconosciuto con decreto della regione FVG dal 1991. Ha come scopo la salvaguardia, valorizzazione e fruizione da parte del pubblico del patrimonio storico e artistico riunito nei secoli dalla famiglia Coronini. A tale fine è impegnata nella campagna di restauro non solo delle strutture ma anche delle varie collezioni d’arte che possiede, attraverso contributi pubblici e privati.La Fondazione Coronini svolge anche attività di studio e ricerca sul proprio patrimonio artistico, che sfocia nella pubblicazione di opere di carattere scientifico (volumi monografici, cataloghi di mostre etc.), inoltre collabora con musei e istituzioni private e pubbliche, italiane e straniere, con il prestito di opere d’arte.Si tengono visite guidate al parco e alle sale della Villa; si organizzano e si ospitano convegni, mostre, conferenze e presentazioni di volumi nella sala adibita a tali scopi all’interno delle Ex Scuderie, struttura settecentesca recentemente restaurata e annessa alla villa.Infine, nel parco Coronini si organizzano concerti, ex tempore di pittura e si ospitano manifestazioni didattiche e ambientalistiche per scolaresche. |
Storia |
Originariamente sorta nell'immediata periferia a nord ovest di Gorizia, Villa Coronini Cronberg oggi si trova nel cuore della città.Eseguita probabilmente su progetto dell'architetto Giulio Baldigara negli ultimissimi anni del XVI secolo, per conto di Carlo Zengraf, la residenza è caratterizzata da un massiccio corpo centrale sviluppato su tre piani, dal quale dipartono un'ala ottocentesca e un loggiato.Oggi la Villa Coronini Cronberg sta diventando un'importante realtà culturale non solo per la città di Gorizia ma per l'intero Friuli Venezia Giulia. La severa impostazione della facciata trova un motivo di ornamento nel portico sorretto da quattro possenti colonne in diorite del II secolo d.C. e nell'arioso loggiato scandito da due ordini di archi a tutto sesto. Quest'ultimo collega la villa alla cappella gentilizia, del XVII secolo, che custodisce il riposo degli ultimi discendenti dei conti Coronini Cronberg. La famiglia, di origine bergamasca, si è estinta nel settembre 1990 con la morte del conte Guglielmo Coronini, uomo affascinante per la sua cultura poliedrica, dotato di grande sensiblilità artistica e appassionato studioso e collezionista. Per Gorizia è stato un personaggio di spicco, distinguendosi per la sua preparazione storico artistica che dimostrò in vari scritti e nell'organizzazione di importanti rassegne. Dal 1990 la villa e le collezioni d'arte sono gestite dalla Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, l'ente morale sorto per sua volontà testamentaria "il patrimonio storico ed artistico riunito nei secoli dalla mia Famiglia, completato e ricostruito a mia cura, non deve essere disperso, ma servire al pubblico godimento e all'educazione culturale della collettività" recita un passo del suo testamento e così continua "il palazzo Coronini Cronberg con l'annessa cappella gentilizia (…) con tutto l'arredamento, mobili, quadri, sculture, archivio, biblioteca e collezioni varie (…) insieme al parco (…) costituiranno un complesso museale intangibile e inalterabile, accessibile al pubblico, a perpetuo ricordo della mia Famiglia e ad ornamento e attrattiva della mia città". L'alto pregio delle raccolte è testimoniato anche dal notevole interesse manifestato da studiosi e turisti che dal 1992 hanno visitato la dimora, che possiede la particolarità di conservare gli arredi originali. Tra le sale arredate soprattutto con gusto settecentesco, spiccano salotti veneziani in lacca del XVIII secolo e la Stanza di Carlo X, dove il 6 novembre 1836 morì l'ultimo re di Francia, Carlo X appunto, ospite dei Coronini durante il suo lungo peregrinare dopo essere stato esiliato dal suo Paese. Nelle sale si possono ammirare mobili in ebano e tartaruga, avorio e lapislazzuli, specchi dorati, cineserie, quadri di antichi maestri come Tiziano, Tintoretto, Rubens, J. Van Ruysdael e poi ancora importanti nomi della pittura del XVII e XVIII secolo come Bernardo Strozzi, Vitore Ghislandi, Alessandro Magnasco, Rosalba Carriera e Antonio Joli. Non mancano rappresentanti dell'Ottocento italiano (Pompeo Mariani, Guglielmo Ciardi, Angelo Inganni, Antonio Rotta), austriaco (A. Hans Schram, J. Mathias Trenkwald) e francese (Leon Richet e Eugene Boudin). Fra le arti decorative si incontrano preziose porcellane di Vienna, Capodimonte e Meissen; pizzi e merletti, abiti d'epoca, armi, tappeti, argenti, vetri e cristalli, monete e medaglie, reperti archeologici, orologi e gioielli, disegni e stampe (fra cui Rembrandt, Durer, Tiziano, Callot, Rosa, Bartolozzi e van Leyden).Il patrimonio archivistico, invece, è composto da decine di migliaia di documenti, pubblici e privati, che spaziano dal XIII e XX secolo; lo stesso vale per la biblioteca, composta da volumi preziosi che vanno dal XV al XX secolo . |
Patrimonio documentale e altro |
La Biblioteca conta oltre 20.000 volumi. Oltre a preziosi salteri, pergamene e manoscritti, tra cui il codice dedicato al gioco degli scacchi, recentemente riconosciuto come opera autografa del famoso matematico rinascimentale Luca Pacioli, la raccolta comprende incunaboli, cinquecentine, testi del XVII e XVIII secolo, volumi ottocenteschi e testi classici del Novecento, saggi di giurisprudenza, storia, agronomia e storia dell'arte in lingua italiana, tedesca, francese e inglese.Fra i libri piuttosto rari troviamo una delle prime edizioni delle Memoires di Casanova e un esemplare della celeberrima Encyclopédie di Diderot e D’Alembert (edizione del 1773) mentre fra le preziose cinquecentine è conservato il Dioscoride, trattato medico del Mattioli (1565) oltre che quelle attinenti al filone botanico firmate ad esempio da Conrad Gessner, Hieromymus Bock. Spicca poi un libro illustrato con 57 incisioni del pittore bergamasco Francesco Terzi che ritraggono uomini illustri dell’Austria e il Supplementum Chronicarum di Giacomo Filippi Foresti (1503).Tra gli otto splendidi incunaboli spiccano, infine, il testo divinatorio Chiromantia di Francesco degli Allegri e il Parthenice di Battista Mantovano esemplari considerati al momento unici tra le biblioteche italiane. |