Descrizione |
L'anno accademico si inaugura a novembre e a giugno successivo si chiude solennemente con una seduta onorata dalla presenza del Presidente della Repubblica, del corpo diplomatico e delle alte autorità dello Stato, durante la quale vengono conferiti i numerosi Premi assegnati dall'Accademia e si traccia un quadro dell'attività scientifica svolta nel corso dell'anno accademico. Ciascuna Classe tiene ogni mese della sessione una seduta ordinaria, oltre che numerose sedute straordinarie. CONVEGNIL'attività dell'Accademia si esplica secondo due direttrici tra loro complementari: di approfondimento e di diffusione della scienza. Per quanto riguarda l'approfondimento della scienza, l'Accademia privilegia aspetti di attualità e interesse sociale. Ciò avviene attraverso incontri tra studiosi ad alto livello scientifico nazionale ed internazionale, i quali si comunicano vicendevolmente i risultati delle proprie ricerche. Si organizzano regolarmente scambi con rappresentanti di altre Accademie europee ed extra europee per conferenze, relazioni, dibattiti. Per quanto riguarda la diffusione, l'Accademia organizza anche convegni e manifestazioni destinate a un largo pubblico, seminari, corsi di specializzazione e di aggiornamento.L'Accademia promuove altresì cicli di lezioni tenute dai maggiori specialisti nei vari campi della scienza, presso le diverse Università italiane, in modo da consentire ai giovani di seguire, rimanendo nelle rispettive sedi universitarie, le stesse lezioni che potrebbero seguire nelle più prestigiose università americane ed europee. CENTRO LINCEODivulgazione della scienza avviene anche attraverso il Centro Linceo Interdisciplinare "Beniamino Segre" - dal nome del suo fondatore - il cui scopo è, tra l'altro, quello di mettere in contatto il mondo della scienza con i problemi della vita di tutti i giorni in un continuo, benefico scambio. Il Centro organizza, anche per via telematica, lezioni e corsi di aggiornamento per professori di scuole secondarie. COMMISSIONI PERMANENTIOperano presso l'Accademia alcune commissioni permanenti: quella sui problemi dell'ambiente e delle calamità naturali, che già in passato aveva studiato le inondazioni del Tevere, le piene del Po e dell'Arno e i conseguenti provvedimenti di difesa, nonché la possibilità di previsione dei terremoti. Attualmente essa intende fornire consulenza e pareri al mondo politico su questi problemi che tanto travagliano l'Italia, sia per la stessa natura del suo suolo, sia per i danni arrecati dall'uomo. Operano inoltre, tra le altre commissioni, quella per la storia dell'Accademia, la commissione per la difesa dei diritti dell'uomo, il gruppo di lavoro per la sicurezza internazionale e per il controllo degli armamenti. L'Accademia finanzia poi ricerche e missioni di studio e di ricerca in Italia e all'estero nell'ambito delle iniziative promosse dalla Commissione per i musei naturalistici, i giardini zoologici, gli orti botanici, gli acquari e per l'ecologia. PREMI E BORSE DI STUDIOPromozione di cultura è anche il conferimento di premi e borse di studio che, cospicui e numerosi, l'Accademia conferisce annualmente. Essi si differenziano nelle finalità e nei criteri secondo i quali vengono attribuiti: mentre i primi vengono a coronare una vita di ricerca e di lavoro, premiando scoperte e studi a beneficio dell'umanità intera, le borse di studio sono istituite per incoraggiare giovani studiosi a ricerche nei vari campi e consentire il perfezionamento della loro preparazione scientifica. Tra i premi più prestigiosi quello del Presidente della Repubblica, i premi "Antonio Feltrinelli" intitolati all'istitutore, un industriale lombardo, i premi del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, il premio Linceo. Essi vengono conferiti alle più alte personalità del mondo della scienza e dell'arte e, come avviene anche per le borse di studio, sono spesso erogati con i fondi che "mecenati", enti o privati mettono a disposizione dell'Accademia perché sia garante del conferimento. PUBBLICAZIONIL'Accademia promuove e diffonde la cultura anche per mezzo di pubblicazioni: i risultati ottenuti dall'attività scientifica non potrebbero divenire patrimonio universale se venisse a mancare la stampa dei relativi atti attraverso i quali si consegue la loro diffusione tra gli studiosi. Alle gloriose collane archeologiche edite dall'Accademia, accuratissime anche nella forma e nella veste editoriale, si affianca (si cita come esempio) con notevole tempestività nei tempi di pubblicazione, sebbene più modesta nell'edizione, la collana "contributi del Centro Linceo". Altre collane o riviste edite dall'Accademia cercano di contemperare entrambe le esigenze e, inviate in cambio, per antica tradizione, a circa 1500 Accademie e Istituti di cultura in tutto il mondo, procurano ai Lincei circa 4000 pubblicazioni periodiche, vanto della Biblioteca. ASSOCIAZIONE AMICIDal 1986 un gruppo di enti e società si è costituito in associazione, con il nome di "Amici dell'Accademia dei Lincei" per sovvenzionare, almeno in parte, l'Accademia nella sua attività. |
Storia |
Federico Cesi (1586-1630) era un patrizio umbro-romano, appassionato studioso di scienze naturali, soprattutto di botanica. Per promuovere e coltivare questi studi naturalistici, egli fondò a Roma nel 1603 un sodalizio con tre giovani amici, l'olandese Giovanni Heckius (italianizzato in "Ecchio"), e gli umbri Francesco Stelluti e Anastasio de Filiis, denominando la loro compagnia come Accademia dei Lincei, per l'eccezionale acutezza di sguardo attribuita alla lince, un felino di ancor non estinta specie, preso a simbolo della dotta compagnia di studiosi. Oggetto del suo studio, nel disegno del Cesi, erano tutte le scienze della natura, da indagarsi con libera osservazione sperimentale, di là da ogni vincolo di tradizione e autorità. È questa la gran novità che caratterizza fin dal loro nascere i Lincei, tra la folla di Accademie di cui fu ricca la società italiana del Cinquecento e Seicento: l'interesse portato essenzialmente sulle scienze della natura (la più parte di quelle di altre Accademie era invece letteraria e parolaia), e un atteggiamento di rispetto ma non di vincolo nei confronti della precedente tradizione aristotelico-tolemaica, che la nuova scienza sperimentale rimetteva talora in discussione. Ciò apparve chiaro subito agli inizi di vita della nuova Accademia, che contò dal 1611 tra i suoi Soci il gran nome di Galileo.Sempre in quei primi anni, e fuori della cerchia galileiana, l'Accademia si estese secondo il generoso piano del Cesi a molti altri dotti italiani e stranieri, come il napoletano Della Porta e il tedesco Faber (Schmidt), cancelliere dell'Accademia. A questo più antico nucleo linceo, la cui collegiale attività è registrata negli atti del Lynceographum ora in corso di pubblicazione, risalgono importanti pubblicazioni e ricerche di astronomia, fisica, botanica: primeggiano fra esse lo studio sulle macchie solari e il famoso Saggiatore del Galilei stesso, e il cosiddetto Tesoro Messicano sulla flora, fauna e farmacopea del Nuovo Mondo, la cui laboriosissima vicenda di redazione e di stampa si protrasse per più decenni, fino al 1651.A questa data, circa mezzo secolo dopo la fondazione dell'Accademia, la prima e più illustre fase della sua lunga vita era già conclusa. La intensa attività del Fondatore e Princeps, il Cesi, fu bruscamente interrotta dalla morte, che lo colse ad appena 45 anni nel 1630.Alla morte prematura del Cesi, la sua creatura prediletta, l'Accademia, sbandò e si isterilì, nonostante gli sforzi generosi di dotti quali lo Stelluti e Cassiano dal Pozzo per salvarne il materiale e ideale patrimonio nell'avversa fortuna.Rimase il nome insigne e la memoria di questo illustre sodalizio romano, che per due secoli più d'uno cercò di rinnovare: più importante di tutti, il tentativo ottocentesco dell'abate Scarpellini, con una sua Accademia fisico-matematica che si intitolò dei "Nuovi Lincei". Ma un deciso ricollegarsi ai Lincei cesiani si ebbe solo ad opera di Pio IX, che nel 1847 ristabilì la seicentesca Accademia con l'antico nome, come "Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei". L'ultimo e definitivo restitutor dell'Accademia in Italia si ebbe però dopo il '70 con Quintino Sella, lo statista e scienziato piemontese; nel riaffermato ideale della scienza laica quale primario valore da coltivare in Roma italiana, il Sella ridiede vita nel 1874 alla gloriosa istituzione lincea, naturalmente qualificata di "nazionale" e "reale".L'Accademia di Sella, in un secolo ormai di vita, è generalmente considerata la maggior erede della tradizione cesiana.La larga e lungimirante visione del Sella volle ampliato l'ambito delle scienze lincee, da quelle fisiche, matematiche e naturali, cui si era dedicata l'accademia seicentesca, a quello delle scienze "morali" o umanistiche (storia, filologia, archeologia, filosofia, economia, diritto), cui lo statuto del 1875 e quelli susseguitisi (l'ultimo approvato con D.P.R. 17-5- 1986) destinano la seconda classe dei suoi Soci.Dalla restaurazione del Sella, l'Accademia dei Lincei consta dunque di due classi, una per le scienze fisiche e l'altra per le morali, in ognuna delle quali l'ultimo statuto prevede un numero massimo di 90 Soci nazionali e altrettanti corrispondenti e stranieri annualmente cooptati. Con questa struttura, rimasta nelle sue grandi linee immutata, i Lincei hanno vissuto il secolo e oltre della loro moderna reincarnazione, rappresentando il più antico e prestigioso consesso della scienza europea e internazionale: da Righi e Pacinotti a Fermi, da Pasteur a Rontgen e Einstein, da Mommsen e Wilamowitz a Comparetti e Croce e Gentile, tutto l'Olimpo del pensiero scientifico italiano e mondiale ha riempito il suo annuario e le sale della sua sede romana, il settecentesco Palazzo Corsini alla Lungara, che il patriota restauratore fece assegnare all'Accademia dallo Stato italiano. Ma le vicende di questo stesso Stato, nel corso del Novecento, dovevano trovare la loro eco anche in questa tranquilla sede della scienza.I Lincei di Cesi avevano rappresentato fin dalla loro nascita lo spirito della libera indagine moderna, combinata "col divino amore" (come si espresse il Fondatore), cioè aperta a una schietta, non dogmatica religiosità. I risorti Lincei di Sella furono figli del Risorgimento italiano, laico, liberale. Lo Stato totalitario che per un ventennio dominò in Italia non poteva vedere di buon occhio quella indipendenza e quel liberalismo linceo. Perciò nel 1939 l'Accademia fu "fusa", cioè assorbita per legge del Governo fascista con l'Accademia d'Italia da esso istituita quale docile contraltare ai severi Lincei. Questa ultima eclissi durò pochi anni, quanto durò la guerra e il Regime.Alla sua caduta, uno dei primi provvedimenti dell'Italia liberata fu, su suggerimento di Benedetto Croce, la soppressione dell'Accademia d'Italia e la ricostituzione di quella di Cesi e di Sella, che la dittatura aveva voluto annientare. Ancora una volta, come la mitica fenice, la lince risorgeva dalle sue ceneri, speriamo per una lunga e pacifica vita. |