Presentazione |
Cinquecento anni ci separano da quel primo ottobre 1507 in cui la
città di Vignola dava i natali a Jacopo Barozzi e nella
stessa prospettiva che portò alle celebrazioni del 1973 e
alla sistemazione critica del 2003, oggi ci si propone di fare un
punto sul percorso di studi fin qui svolto, nell’assunzione
di una piena coscienza della figura di questo grande
architetto.
In quest’ottica va vista la fondazione di un Comitato
Nazionale per le Celebrazioni e le Manifestazioni culturali,
composto da un’équipe dei più autorevoli ed
acclamati studiosi del Nostro, italiani ed internazionali, che si
pone come obbiettivo immediato l’approfondimento della sua
opera specificatamente laziale e degli esiti che ne conseguirono
fino al delineamento di quel successo di linguaggio che in seguito
fu chiamato “vignolismo”, senza tralasciare il suo
contributo teorico, riguardante gli ordini architettonici e la
prospettiva, che fece valicare alla sua fama i confini italiani
soprattutto nella realizzazione di edifici modulati sui canoni da
lui sintetizzati e graficamente rappresentati.
Si è pensato di invitare a questo proposito i principali
studiosi del Maestro, i funzionari competenti per il territorio
della Soprintendenza ai Beni Architettonici e per il Paesaggio del
Lazio, il Comune di Caprarola, il Centro Studi e Ricerche della
stessa città, le Province di Roma, Viterbo e Rieti e infine
la città natale di Vignola, con il cui gemellaggio
culminerà l’insieme delle celebrazioni.
Il programma prevede di convogliare questa pluralità di voci
in un Convegno internazionale che avrà funzione introduttiva
alle celebrazioni e si strutturerà in tre giornate di studio
dedicate alle sue fabbriche viterbesi, a quelle reatine e alla
fortuna critica che le seguì. Contestualmente a questo,
l’allestimento di una mostra, attraverso opere grafiche,
fotografiche, multimediali, plastici in scala, sculture e dipinti,
si porrà il compito di dare apparato visivo agli argomenti
oggetto del Convegno; inoltre una successiva pubblicazione
scientifica valorizzerà l’eredita’ vignolesca
nel Lazio, i rapporti con i committenti e il ruolo della
Soprintendenza con una documentazione rigorosa degli importanti
restauri che si sono susseguiti nel tempo, permettendoci di
apprezzare ancora oggi il genio del Maestro.
In occasione della fine dei lavori di restauro della mole
caprarolesca si vede inoltre l’occasione di un più
attento e motivato utilizzo pubblico. L’esempio che si
intende perseguire si riferisce alla felice fondazione della scuola
di specializzazione Andrea Palladio, da emulare nella Tuscia con un
“Centro di Studi Barozziani“ dedicato al Vignola da
svolgersi a livello di master post-universitario.
L’attività’ del Centro sarà diretta da un
consiglio scientifico che organizzerà corsi, seminari,
pubblicazioni e mostre che avranno per argomento non solo il
Vignola ma l’architettura tutta,
dall’antichità’ fino al Novecento (oggetto
recente di un illuminato allargamento di tutela da parte del
Ministero dei Beni Culturali), insieme alle tematiche della
conservazione, e alla formazione di manodopera qualificata
(stuccatori, marmisti, fabbri..) da cui ormai il moderno restauro
non può prescindere.
Una biblioteca, una fototeca e un archivio specializzato saranno a
disposizione dei corsisti insieme a una soluzione di alloggio,
gestita dall’amministrazione comunale di Caprarola, partecipe
del progetto.
Nel cinqucentenario della nascita ci si propone dunque, accanto
alla diffusione del suo genio, di fare in Caprarola un centro di
documentazione, occasione preziosa in cui accanto a una
sensibilizzazione critica si possono promuovere, con più
entusiasmo, quei lavori di salvaguardia del nostro patrimonio
architettonico e paesaggistico che ormai, anche nelle dottrine
economiche più aggiornate, è indicato come
privilegiato motore di crescita di un turismo consapevole e di uno
sviluppo sostenibile, sopratutto in un’area così
felicemente vocata come quella dell’Alto Lazio.
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