Il 23 giugno 2006 alle ore 10.00 a
Viterbo, è prevista una giornata di studi
dedicata all’arte medievale dal titolo
L’Angelo dalla Navicella di Giotto nelle Grotte
Vaticane Autopsia di un frammento
musivo, organizzata dalla Scuola di
Specializzazione in Tutela e Valorizzazione dei Beni
Storico-Artistici dell’Università degli Studi
della Tuscia.
L’angelo a mosaico conservato
nelle Grotte Vaticane, insieme a quello oggi presso la
chiesa di S. Pietro Ispano a Boville Ernica, rappresenta quanto
resta di una delle imprese pittoriche più significative del
pontificato di Bonifacio VIII: il grande mosaico raffigurante la
Navicella, che le fonti tramandano fosse stato eseguito
nell’atrio della S. Pietro medioevale per volontà del
cardinale Iacopo Stefaneschi. Creduto a lungo opera di Giotto, fu
eseguito, secondo l’opinione critica più accreditata,
su un progetto del maestro, ma da artisti della bottega romana di
Giovanni Cavallini.
L’occasione per tornare a riflettere
sull’angelo è stata offerta dal restauro promosso dal
Comitato Bonifacio
VIII, istituito dal Ministero per i Beni e le
Attività culturali nell’ambito delle celebrazioni per
il VII centenario della morte di Bonifacio VIII.
Il cantiere allestito presso la Sacrestia Ottoboni della Basilica
di San Pietro, dal novembre 2004 al febbraio 2006, ha avuto sin
dall’inizio un accentuato carattere interdisciplinare e ha
visto lavorare a stretto contatto storici dell’arte,
conservatori, chimici, fisici - della Facoltà di Beni
Culturali di Viterbo e dell’ENEA - e restauratori che hanno
messo a punto, in accordo con la Fabbrica di San Pietro, il piano
di indagini e di intervento che si presenterà durante la
giornata di studi.
L’angelo, riscoperto nel 1924, dopo che
dal 1728 era stato nascosto dal mosaico raffigurante
anch’esso un angelo voluto da Benedetto XIII, era stato
oggetto di interventi di restauro (1924; 1950; 1975 circa) che ne
avevano alterato l’iconografia e il tessuto musivo.
Il restauro (2004-2006), realizzato da Carlo Giantomassi e
Donatella Zari, con l’eliminazione della ridipintura eseguita
negli anni Settanta, la pulitura e l’equilibratura del
rapporto fra tessuto musivo originario e intervento a finto mosaico
(1950) ha restituito la lettura del brano musivo originale.
Per l’occasione è stata realizzata una campagna
fotografica in luce visibile, in infrarosso e con illuminazione
ultravioletta ed è stato sviluppato un piano di indagini e
di analisi volte alla caratterizzazione dei materiali costitutivi e
dei materiali utilizzati nei restauri.
Il piano di indagini, realizzato dal
Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione e il Restauro
Michele Cordaro dell’Ateneo della Tuscia, ha compreso
indagini non distruttive in situ (acquisizione con videomicroscopio
e analizzatore di immagini di tessere e campiture cromatiche) e
indagini di laboratorio su microcampioni (pigmenti di restauro,
malte di restauro e originali). A cura dell’ENEA-Centro
Ricerche Casaccia è stata realizzata l’analisi XRF che
consente di determinare la componente chimica delle tessere.
La Giornata di Studi è divisa in
due sessioni.
La mattina, dopo i saluti delle autorità, Marco
Mancini, Rettore dell’Università della
Tuscia, Diego Vaiano, Direttore della Scuola
di Specializzazione, Maria Andaloro, Preside
della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali,
Massimo Miglio, Presidente del Comitato Bonifacio
VIII, Pietro Zander della Fabbrica di San Pietro,
storici e storici dell’arte proporranno nuove ipotesi di
lettura dell’opera sotto l’aspetto storico,
iconografico e iconologico, storico-artistico e
tecnico-formale.
Introdurranno la prima sessione, che sarà presieduta da
Julian Gardner della Warwich University
(Inghilterra), Massimo Miglio e Amedeo De
Vincentiis (Università della Tuscia) che si
interrogheranno sulla figura del grande cardinale, letterato,
liturgista e committente di opere d’arte di grande
significato. Seguiranno Silvia Maddalo e
Salvatore Sansone (Università della Tuscia)
sull’aspetto iconografico, Maria Andaloro
che approfondirà le problematiche inerenti il rapporto
esistente fra il linguaggio giottesco e il genere musivo e infine
Pietro Zander che seguirà le vicende del
frammento nell’allestimento delle Grotte Vaticane
all’indomani dello stacco del mosaico della Navicella.
Il pomeriggio dalle ore 15.00 Maria
Andaloro introdurrà la seconda sessione, nel corso
della quale storici dell’arte, ricercatori esperti di
tecniche esecutive e di restauro approfondiranno i problemi tecnici
e conservativi relativi al frammento. Interverranno Paola
Pogliani (Università della Tuscia), con una
relazione dedicata alle vicende conservative della Navicella e
dell’angelo, cui farà seguito quella di
Stefano Salerno (Istituto Centrale del Restauro)
che tratterà dell’intervento di restauro seicentesco;
mentre Marco Verità (Stazione Sperimentale
del vetro di Murano) proporrà un’indagine sui
materiali e le tecniche esecutive del mosaico medievale.
Dante Abate (Università “G.
D’Annunzio” di Chieti) chiuderà la prima parte
di questa sessione affrontando il problema della
“diagnosi” sui materiali costitutivi e sullo stato di
conservazione dei mosaici medievali. All’intervento
diagnostico e conservativo sul frammento dell’Angelo
sarà dedicata l’ultima parte della giornata:
ricercatori dell’Università della Tuscia,
Claudia Franzel, Claudia Pelosi,
Paola Pogliani, si confronteranno con esperti
dell’ENEA, Pietro Moioli e Claudio
Seccaroni, e con Carlo Giantomassi e
Donatella Zari, ai quali si deve il
restauro.
Farà il bilancio della giornata l’intervento
conclusivo di Massimo Miglio.
Informazioni sull'evento
23 giugno 2006 h 10.00
Università degli Studi della Tuscia
Scuola di Specializzazione in Tutela e Valorizzazione dei beni
storico-artistici
Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali. Aula Magna
Mauro Cristofani
Viterbo, largo Ateneo
Segreteria: Vera Anelli, vaiano@unitus.it
Scuola di Specializzazione in Tutela e Valorizzazione dei beni
storico-artistici, tel. 0761 357191
Progetto e cura scientifica: Maria Andaloro e Silvia Maddalo