Nell’ambito delle iniziative culturali
e delle ricerche scientifiche promosse dal Comitato Nazionale
dedicato ad Andrea Bregno è inserita una nuova
pubblicazione, dal titolo I Bregno a Venezia.
Antonio e Paolo Bregno e la scultura a Venezia nel primo
Quattrocento (Erreciemme edizioni, Roma) dedicata
allo studio inedito sull’opera de "I Bregno" a Venezia,
realizzato da Arianna Antoniutti.
La studiosa, partendo dal corposo periodo storico-artistico della
Venezia rinascimentale, affronta l’attività di Antonio
e Paolo Bregno anche in relazione alla scultura lagunare della
prima metà del XV secolo, messa in continuo
riferimento proprio con i cantieri e le opere, ancora poco
documentati e studiati dei due artisti di origine
lombarda.
«Questo libro indaga su un vero e proprio mistero della
storia dell’arte veneta – come spiega Claudio Strinati
nella prefazione al volume – (…) Sulla base di una
testimonianza mai comprovata sono stati da secoli inseriti, nel
novero dei maestri attivi fino alla prima metà del
Quattrocento nella Serenissima, due personaggi di cui, però,
nessun dato biografico è mai emerso a comprovarne la stessa
esistenza. Ma, intorno a tale testimonianza, è stata col
tempo costruita una vera e propria bibliografia scientifica in cui
si è tentato di dare corpo e sostanza a questi presunti
autori, onde inserirli organicamente in una attendibile
ricostruzione delle vicende di quei tempi, ricchissime di opere
insigni e di problemi filologici irrisolti. La storia è
presto detta: nel 1777 viene pubblicata una pregevole incisione di
Marco Sebastiano Giampiccoli raffigurante il monumento funebre del
doge Francesco Foscari nella Chiesa dei Frari a Venezia. Una
iscrizione posta in calce all’immagine, pubblicata nel
presente volume per la prima volta dopo lungo tempo, attesta che
l’opera fu eseguita da Paolo Bregno architetto e Antonio
Bregno scultore, fratelli comaschi. L’opera è talmente
importante nell’ambito della storia dei monumenti funerari a
Venezia da aver indotto molti studiosi successivi al Giampiccoli a
dare assoluto credito alla sua testimonianza ed è cominciata
una avvincente avventura che la Antoniutti ripercorre in modo
assolutamente esauriente per darne una spiegazione plausibile e
restituire il monumento Foscari alla sua più sicura
realtà storica».
Partendo da questo contesto il volume ricostruisce un singolare
affresco della scultura del periodo, restituendo a "I Bregno", e
con loro all’intera cultura del Rinascimento veneziano, la
dovuta centralità, spesso non sufficientemente rilevata
dalla critica storico-artistica.
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