Storia |
La Biblioteca, commissionata da papa Clemente VII de'Medici a Michelangelo Buonarroti, venne ufficialmente inaugurata nel 1571. All'apertura, essa custodiva circa 3.000 pezzi, tra libri manoscritti e a stampa, provenienti dalla biblioteca di casa Medici. La singolarità della Biblioteca si basa sulla coincidenza di due fattori, ambedue straordinari: la specificità delle raccolte e la natura dell'edificio, progettato e in parte realizzato da Michelangelo Buonarroti.
La storia della formazione di questa biblioteca - a partire dall'originario nucleo della Medicea privata - e del suo costante accrescimento è guidata, infatti, da principi coerentemente
seguiti, individuabili nella originalità dei testi, nella loro qualità filologica e nel pregio estetico dei supporti materiali.
Tra i tesori della Laurenziana vanno annoverati, fra gli altri, codici fondamentali per unicità e antichità contenenti le opere di Tacito, Plinio, Eschilo, Sofocle, e Quintiliano, il
Virgilio corretto nel 494 da Turcio Rufio Aproniano Asterio, nonché il più antico testimone del Corpus luris di Giustiniano, copiàto poco tempo dopo la sua promulgazione.
Ancora, la Laurenziana può vantare tra i suoi cimeli più preziosi una delle tre raccolte complete dei Dialoghi platonici in carta bona, donata da Cosimo il Vecchio a Marsilio Ficino
perché la traducesse, il codice Squarcialupi, unica fonte della musica profana fra Trecento e Quattrocento, alcuni autografi di Petrarca e Boccaccio, le Storie del Guicciardini con
interventi dell'autore e la biografia, in parte autografa, di Benvenuto Cellini.
In particolare, la Biblioteca riflette nel suo posseduto alcuni dei momenti più importanti della storia, dalla nascita alla maturità, del Rinascimento fiorentino. L'Umanesimo vi è
testimoniato, infatti, dalle presenze, in qualità di autori, copisti e possessori di codici, di Coluccio Salutati, Poggio Bracciolini, Niccolò Niccoli, Marsilio Ficino e Pico della Mirandola.
Anche la scrittura umanistica trova nella Laurenziana importantissime attestazioni, così come le scuole dei più grandi miniatori fiorentini, che si ispirarono in parte ad artisti
quali Cimabue, Botticelli, i Pollaiolo, il Ghirlandaio. Dal grande Cosimo, instancabile promotore della costruzione di biblioteche, ai suoi discendenti, signori fiorentini e pontefici
di Santa Romana Chiesa, ai granduchi Medicei e a quelli Lorenesi, che ne raccolsero con intelligente liberalità il messaggio, fino ai ministri illuminati del neonato Stato unitario
italiano, questo criterio dell'eccellenza ha guidato l'aggregazione dei nuclei librari privati e pubblici a quello originario, attraverso l'esproprio, il dono e l'acquisto. |
Patrimonio |
La Biblioteca è specializzata nello studio dei manoscritti. Conserva e tutela fonti primarie manoscritte e a stampa. Nei secoli XVIII e XIX un' oculata politica di acquisizioni tramite acquisti, scambi, doni e confische, ha permesso il notevole accrescimento del patrimonio. Attualmente la Biblioteca custodisce oltre13.000 manoscritti, 2.500 papiri, 43 ostraka, 566 incunaboli, 1.681 cinquecentine, edizioni del '600, edizioni del '700, edizioni del '800. |